Buongiorno a tutti!
Rieccoci alla rubrica “Ritratto di Signora”.. questo mese si uniscono a noi due nuovi blog, quello di Clara http://thepauperfashionist.blogspot.com/ e quello di Francesca.. http://francilettricesognatrice.blogspot.com/ salutiamo anche Elena e Sofia che hanno fatto parte di questa squadra, ma che per impegni di studio non possono continuare!
Detto questo è con un po’ di
emozione che vado a presentare l’articolo di questo mese.. come vi avevamo
annunciato a scriverlo è mio marito Davide.
Ci teneva tanto a presentare
questa donna e devo dire che ci è riuscito perfettamente.. da ogni sua parola
traspare la forza che lei riusciva a trasmettere e spero che vi colpisca al
cuore come ha fatto con me!
Troverete lo stesso articolo sui
seguenti blog:
Noi ci siamo indignati per Questa pubblicità e abbiamo
deciso di inventare "Ritratto di Signora" per far conoscere a tutte
voi chi sono le vere donne da prendere ad esempio!!
Se anche voi la pensate come noi, diffondete il più
possibile questo messaggio!
“È con infinita soddisfazione e profondo rispetto che mi
accingo a lasciare la mia impronta elettronica sulla rubrica RITRATTO DI SIGNORA .
Devo ringraziare le due creatrici (Monica e Miki ) e gli altri bloggers Francesca, Federica,
Michele e Clara, a loro affiliate, per lo spazio che mi hanno concesso.
Penso che questa rubrica sia “dovuta” alla figura di
quelle donne che con lode sono riuscite ad emanciparsi dallo stereotipo
propostoci dai media e dal mondo che ci circonda.
Dopo questo preambolo mi preme, prima di svelarvi il nome
della donna da me scelto come icona per questo articolo, darvi alcune nozioni
sul luogo geografico dove si sono svolti i fatti da me presi in oggetto.
L’ Africa : il continente che si ritiene sia stato la
“culla” della civiltà.
Da sempre, e da tutte le popolazioni non indigene che si
sono avvicinate ad essa nel corso dei secoli, questo continente è stato
sfruttato e depredato delle sue ricchezze; basti pensare alla tratta degli
schiavi fino ad arrivare al colonialismo.
La storia del corno d’Africa non si discosta da questa
triste trama d’ingiustizia e crudeltà.
Sul finire dell’ottocento e dopo il ritiro dell’Egitto, il
territorio venne suddiviso, grazie ad accordi diplomatici, tra Inghilterra
Francia ed Italia.
Le mire espansionistiche italiane ebbero il loro effimero
culmine nell’estate del 1940, quando le truppe fasciste occuparono la Somalia britannica, che
annessa alla Somalia italiana riunirono, anche se per pochi mesi, le
popolazioni somale sotto un'unica bandiera.
Tutti conosciamo l’esito della seconda guerra mondiale .
Nel 1949 l’ONU diede in amministrazione fiduciaria la ex
Somalia italiana al governo italiano, con il compito di accompagnare la ex
colonia all’indipendenza, che giunse nel 1960 quando la Somalia italiana si unì
alla Somalia britannica dando origine alla Repubblica Somala.
Dal 1960 al 1969 ci fu la guerra con l’Etiopia che vide la Repubblica somala
rivendicare quei territori abitati da somali, ma che con la suddivisione operata nel 1880 dagli inglesi
erano stati annessi all’Etiopia.
Nel 1969 la breve vita della repubblica somala finì a
causa di un colpo di stato militare che portò al potere il generale Siad Barre.
Si formarono nel paese movimenti di guerriglia ostili al
potere auto-costituito che diedero origine ad una sanguinosa guerra civile.
Resta inteso, per inciso che per fare e sostenere delle
guerre occorrono molti armamenti ma soprattutto tantissimi soldi.
Queste situazioni di instabilità favoriscono tutte quelle
organizzazioni strutturate che si occupano di tali articoli.
Nel 1991 Siad Barre vine estromesso dal potere ed il
paese precipita nell’anarchia più totale dove ogni gruppo tribale, se ne
contano più di 25, cerca con la forza di portare al potere il proprio comandante.
A tali leader
viene dato il nome di signori della guerra.
La crisi che ne consegue, accresciuta anche da una
carestia senza precedenti, assume sempre più i caratteri della tragedia
umanitaria.
Vista la drammatica situazione l’ONU con una risoluzione
datata 24 aprile 1992 approva la creazione di una forza multinazionale di pace
denominata UNISOM. L’operazione che ha come finalità primaria ripristinare
l’ordine ed avviare un processo di pace che assicuri l’instaurazione di un
legittimo governo viene chiamata RESTOR HOPE.
Il teatro degli scontri più cruenti è la capitale dello
stato: Mogadiscio. La situazione in città è molto complicata, il potere viene
conteso da due fazioni da una parte MOHAMMED AIDID proclamatosi signore di
Mogadiscio sud e dall’altra ALI MAHDI Mogadiscio nord .
La città è divisa così in due parti in conflitto tra di
loro. Al momento dell’arrivo delle forze di pace viene istituita una fascia di
terra detta Green line larga circa 2km che serve per portare gli aiuti
umanitari alla popolazione.
Il 9 dicembre 1992 ha inizio l’intervento congiunto
America/Nato ,è scritto in questo ordine perché le regole e i rapporti di forza
che regolano questo binomio hanno generato da subito perplessità in merito al
comando dell’operazione.
È su questo dilemma mai completamente risolto che naufraga
l’intera operazione RESTORE HOPE che si conclude con il ritiro del contingente
di pace alla fine di marzo 1994.
Una delle concause dell’insuccesso è l’eccezionale smacco
subito dalle forze americane nella battaglia di Mogadiscio(3 ottobre 1993) ,
nella quale in 15 ore di furibondi scontri gli americani subiscono ingenti
perdite umane. Tali drammatici eventi sono raccontati in perfetta cronologica
successione nel film prodotto dalla Jerry Bruckeimer films dal titolo BLACK
HAWK DOWN.
Nei sei mesi successivi si completa il progressivo ritiro
sopra citato. Anche l’Italia partecipa all’interno del contingente di pace, ad
essa furono assegnati avanposti meno “caldi”e compiti di polizia ordinaria .
In questo scenario di guerra e devastazione si perpetua
la tragedia/omicidio della giornalista ILARIA
ALPI .
Ilaria nasce il 24/05/1961, si laurea in lingue e
letteratura straniere all’università “La Sapienza ” di Roma,
frequenta corsi di lingua/cultura araba.
Si trasferisce al Cairo per approfondire la sua cultura
araba, intanto collabora con il giornale Paese sera.
Un aneddoto su un reportage assegnatole mi aiuta a farvi
capire che tipo di giornalista potesse essere.
Il reportage in questione era sui “fratelli musulmani”
ala moderata del più ampio movimento islamico fondamentalista.
Chiaramente tale movimento non era gradito al governo
egiziano.
Ilaria aveva appuntamento ad Asiut, città roccaforte dei
fratelli musulmani ,con il leader del movimento Usama Rushdi.
Appena scesa dal treno, la polizia le impedì di
effettuare la sua intervista confinandola in una camera d’albergo dato che di
treni per il Cairo non ce n’erano più.
Lei fece in modo d’incontrare il leader studentesco
all’interno dell’albergo in cui si trovava,compiendo così il compito che le era
stato affidato.
Al mattino dovette nascondersi il servizio negli
indumenti indossati per non farlo trovare alla polizia.
Questo evento aggiunto ai risultati delle ricerche da me
condotte su questa giornalista mi hanno portato alla conclusione che Ilaria
fosse una “tosta”,una donna molto caparbia.
La sua integrità morale era ed è stata un arma a doppio
taglio. Ilaria cercava la verità non per approfittarsene ma perché lei credeva
che fosse un’imprescindibile bene comune dell’umanità.
Ilaria torna in Somalia l’11 Marzo 1994, era la settima
volta che tornava a Mogadiscio.
Insieme a lei Miran Horovatin cineoperatore del TG3, i
due stavano conducendo indagini su di una pista molto precisa.
Ilaria era stata condotta
in questo senso da un informatore, un sottufficiale del SISMI (servizio
segreto italiano), morto in Somalia nel
novembre del 1993 in
circostanze misteriose.
L’informatore le aveva mostrato dei documenti , come
riportato in un intervista di un altro agente del SISMI, che sottintendevano l’esistenza di un traffico illecito di armi,
rifiuti tossici e anche radioattivi.
Secondo l’informatore in tale traffico erano coinvolti
politici, aziende italiane ed estere che hanno utilizzato il suolo Somalo come
un immensa discarica e in cambio hanno “donato” armi alle popolazioni in
conflitto.
Un’altra prova del fatto che Ilaria stesse seguendo
questa direttrice per le sue indagini è il foglio di block notes, trovato nella
sua scrivania in redazione a Roma, sul quale era annotato di suo pugno la
frase: Che fine ha fatto l’ingente mole di denaro della cooperazione italiana?
La giornalista aveva preventivamente pianificato
dall’Italia il suo ultimo viaggio.
Per il giorno 16 Marzo in agenda c’era la partenza per
Bosaso, un porto situato 1200
Km a nord di Mogadiscio.
Qui Ilaria doveva intervistare il “Sultano” di Bosaso.
La visione di questa intervista risulta molto eloquente
per capire il nesso logico seguito dalla giornalista.
Ilaria infatti pone al sultano domande molto precise
sull’asse Italia –Somalia- Italia, il sultano parla di un ipotetica azienda
bresciana che,sue testuali parole , avrebbe dei lacchè a disposizione in tutto
il mondo.
Parla anche della “cooperazione italiana” che avrebbe
donato ad una azienda somalo-italica una flotta di pescherecci che di tanto in
tanto sbagliano rotta risalendo il mar rosso fino al mediterraneo e da qui
sulle coste italiane per imbarcare carichi indefiniti e far poi ritorno in
Somalia.
Il sultano durante il “girato” a noi pervenuto si astiene
da far nomi ma osservando bene i movimenti durante le varie fasi
dell’intervista ci sono degli scatti come se ci fossero state delle
interruzioni. Quasi a pensare che il sultano abbia voluto fare delle dichiarazioni
a camera spenta.
Con il sultano Ilaria parla anche di una strada costruita
dagli italiani ,la
Garoe- Bosaso , lunga 140 Km e che sarebbe servita a nascondere e
sotterrare rifiuti tossici
La giornalista rientra a Mogadiscio il 20 marzo insieme
al suo cameraman con il destino già segnato. Si era spinta troppo oltre e forse
documentato cose da tenere segrete.
Probabilmente la sua fine è stata decisa a migliaia di Km
da dove si è compiuta.
Alle 15,30 del 20 marzo 1994 l’edizione straordinaria del
tg3 comunicava a noi tutti la morte di Ilaria e Miran.Sono stati giustiziati in
un agguato davanti all’hotel Hamana recitava l’affranto collega dei due.
Da allora sono passati 18 anni ma la giustizia non ha
avuto ragione di tutte quelle forze che si sono scagliate contro i due
giornalisti colpevoli purtroppo di aver fatto fin troppo bene il loro mestiere.
Io penso due cose : la prima, come nel caso di Ustica
dove le implicazioni a mio avviso sono sia civili che militari, alla verità processuale non si arriverà mai .
La seconda, che
la prematura scomparsa di Ilaria ha privato noi tutti cittadini italiani di una
professionista seria e capace , chissà quali altre trame avrebbe potuto
scoprire con la determinazione che la contraddistingueva.
Se io fossi un neo giornalista userei la figura
professionale di Ilaria come esempio da raggiungere,in ultima analisi la
prenderei come esempio per darmi la forza di superare le prove che
inevitabilmente il mio futuro mestiere mi proporrebbe.
Per finire propongo a tutti coloro che abbiano avuto la
costanza di seguirmi fino a questo punto di elevarsi ad un gradino superiore
indicendo per il giorno 20 MARZO 2012
ore 13,30 anniversario della scomparsa dei due giornalisti una sorta di FLASH
MOB INTELLETTUALE . Un minuto di raccoglimento che serva a creare una
coscienza comune capace di farci unire, perché noi singolarmente siamo solo
piccole gocce ma uniti possiamo diventare un onda che crescendo sempre più può
spazzare via ogni cosa.
In memoria di Ilaria e Miran.
Vi lasciamo con questo filmato tratto dal Film "Il più crudele dei giorni" in cui Giovanna Mezzogiorno interpreta Ilaria.. credo che queste poche parole servano da riassunto per tutto quello che abbiamo scritto!
Le fonti da cui ho attinto le informazioni per scrivere
il mio articolo sono reperibili da chiunque volesse documentarsi on-line ai
seguenti siti:
RAI LA STORIA SIAMO
NOI
WIKIPEDIA
Inoltre si può leggere il libro di Maurizio Torrealta
“L’ESECUZIONE” che fornirà gli strumenti utili per capire movente e mandatari
del duplice omicidio
Davide"
Grazie mille a tutti per l'attenzione
Davide, Monica, Miki, Federica, Michele, Clara e Francesca
Semplicemente "splendido". Una verità crudele e spaventosa che nessuno (o pochi) ha avuto il coraggio di dire...
RispondiEliminaMi sembra di aver appena preso un pugno in pieno stomaco.
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo. Sono commossa!
Complimenti di cuore a Davide, per questo splendido articolo.. sono rimasta scioccata nel leggere l'anno della morte di Ilaria, 1994.. mi sembra soltanto ieri che si vedevano le immagini di questa donna forte e coraggiosa in giro per i telegiornali! Dovrebbe essere un esempio per tutti, il suo coraggio, la sua forza, e il non arrendersi di fronte alle difficoltà! Grazie Davide e grazie Monica
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo, hai reso bene la figura di Ilaria
RispondiEliminaBellissimo articolo Davide...ho letteralmente i brividi...
RispondiEliminagrazie per questo splendido ritratto...dovremmo tutti prendere esempio da Ilaria, Miranb e persone come loro, assetate di verità e giustizia...
Prima di tutto complimenti per l'articolo e per la donna di cui avete parlato.
RispondiEliminaIn quegli anni io ero piccola, ma ricordo vagamente di averla vista in qualche telegiornale. Purtroppo non ricordo altro, ma sicuramente questo articolo è servito per ricordare.
Credo che ormai pochi al giorno d'oggi facciano vero giornalismo e diano vera informazione. Esistono (se ce ne sono ancora) poche persone che hanno il coraggio di passare oltre un confine invisibile. E come ci hanno mostrato più episodi, le persone che hanno il coraggio e l'intergrità mentale per farlo... Beh finiscono male.
Faccio ancora tanti complimenti per le parole scritte, questi sono veri esempi che tutti noi dovremmo usare per andare avanti nelle nostre vite.