Buongiorno a tutti e buon primo Lunedì di Febbraio.
Questo mese è il mio turno, e come sempre ho cambiato il soggetto in corsa. Avevo un'idea, ma ho pensato che parlare di questo argomento fosse al momento più importante.
"Il nuovo volto del terrore è alto poco più di un metro e ha
grandi occhi scuri.
Ho attirato la vostra attenzione?
Ho deciso di iniziare così questo post perché non c’è un altro modo per
commentare quello che sta accadendo nel mondo.
Il mese scorso, mentre tutti noi eravamo attaccati alla
televisione, scossi e impauriti da quello che stava succedendo a Parigi, è
passato quasi in silenzio il massacro messo in atto da Boko Haram in Nigeria.
Di questo gruppo avevamo già parlato nell’articolo scritto
da Federica (QUI)
. Ci eravamo unite a chi chiedeva a gran voce di liberare le studentesse
rapite, attraverso lo slogan #BringBackOurGirls.
Di quelle studentesse, poco si è saputo in questi mesi.
Potrebbero essere ancora nelle mani dei propri rapitori, oppure essere state
rivendute come schiave ad altri gruppi di fondamentalisti.
Non avete anche voi l’impressione che più il paese è povero,
più l’indifferenza sia grande? Poco importa di quello che succede “laggiù”
tanto è lontano dalla nostra vita quotidiana.
Subito dopo la strage al giornale satirico Charlie Hebdo,
subito dopo i fatti di Parigi, subito dopo il clamore, l’indignazione tutto è
tornato a spegnersi.
E dire che proprio in quei giorni gli attivisti di Boko
Haram hanno trucidato circa duemila persone nella città di Baqa, e non contenti
hanno utilizzato delle bambine di solo dieci anni come Kamikaze, per farle
esplodere nei mercati affollati di gente.
Nessuno fa caso ai bambini giusto? Sono piccoli, sono indifesi, possono
passare inosservati tra la gente, perché un bambino è il simbolo della purezza,
della gioia, dell’innocenza.
Quanto bisogna essere “UOMINI” per mandare un bambino al
macello? E soprattutto perché nessuno ne parla? Prima di scrivere questo post
ho rimuginato tanto! Volevo dare un certo taglio all’articolo, ma appena ho
iniziato a scrivere ho capito che non sarei mai riuscita a trasmettere su carta
quello che volevo realmente dire. Davanti a tanto orrore, vengono a mancare
persino le parole.
Potrei stare qui per ore ad urlare la mia indignazione, ma
preferisco parlarvi di chi si è ribellato, con forza e coraggio, a tali
atrocità. Preferisco raccontarvi le storie di Sarah, una studentessa che è
riuscita a fuggire, o quella di Zahràu una bambina di soli 13 anni il cui
destino era quello di farsi esplodere in un mercato.
Sarah ha diciannove anni ed è una delle cinquantatre
studentesse che sono riuscite a fuggire a Boko Haram. Subito dopo essere stata
rapita dal gruppo di guerriglieri, durante una sosta ha avuto il coraggio di
nascondersi tra i cespugli insieme ad altre studentesse. In questo modo sono
riuscite a sfuggire ai loro carcerieri, e nonostante la paura di tornare a
scuola le sue parole oggi sono le seguenti:
“Sono davvero
spaventata all’idea di tornare là (a scuola). Ma non ho scelta, devo completare
il mio esame finale lasciato a metà”.
Il destino di Zahràu è ancora più triste e infimo. E’ stata
la sua stessa famiglia a lasciarla nelle mani dei guerriglieri, la bambina (che
dovrebbe avere circa 13 anni) poteva essere utile per addentrarsi in un mercato
pieno di persone e farsi saltare in aria.
Zahràu non era sola quel giorno, accanto a lei c’era
un’altra bambina. Me le immagino, spaventate, non consapevoli di quello che
stavano andando a fare, minacciate e indottrinate da uomini adulti, che non
guardano in faccia a nulla e a nessuno per raggiungere i loro scopi.
Appena entrate al mercato la bambina vicina a Zahràu ha
azionato la sua cintura esplosiva, e la piccola è stata investita dalla stessa
detonazione. A quel punto avrebbe dovuto fare altrettanto, ma Zahràu è solo una
bambina, spaventata si è rialzata, ed è fuggita nell’ospedale più vicino per
farsi curare.
Sarah e Zahràu sono solo due tra le centinaia di bambine e
ragazze che devono subire questo tutti i giorni. La domanda nasce spontanea
nella mia testa, come si ferma tutto ciò? Purtroppo non ho la risposta, mi
piacerebbe tanto averne una.
Sicuramente non è con l’indifferenza, non è ignorando quello
che accade ogni giorno nel mondo, non è pensando che tutte le persone che
professano la fede islamica siano come i guerriglieri di Boko Haram.
C’è una bella differenza tra seguire la propria religione ed essere dei
fanatici.
Sarah e Zahràu sono vive. Potranno continuare i loro studi,
hanno avuto la forza di ribellarsi ad un destino avverso e di dire no.
No alla violenza, no al fanatismo, no alla morte.
Spesso penso alle parole di
Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace:
“Un bambino, un insegnante, un libro e una biro possono cambiare il
mondo”.
E’ notizia di questi
giorni che L'ONU ha finalmente rilasciato una dichiarazione ufficiale che
assegna alla Nigeria e alle nazioni vicine primaria responsabilità nel
proteggere i civili e nel far rispettare i diritti umani, e richiama la
necessità di una operazione militare locale efficace con maggiore sostegno. Una
piccola goccia può cambiare le cose, se volete potete mantenere viva
l’attenzione su questo argomento firmando la seguente PETIZIONE
Facciamo sì che Sarah e Zahràu
non rimangano casi isolati, non ignoriamo le loro sorti solo perché vivono in
un continente diverso e lontano. Non ci tocca da vicino oggi, ma potremmo
essere al loro posto un giorno"
Monica
Monica
Come sempre potete trovare questo articolo sui seguenti blog:
Monica, Miki, Francesca, Daniela, Federica
http://www.ilquotidianoitaliano.it/esteri/2015/01/news/nigeria-strage-baka-boko-haram-massacra-2000-177948.html/
Ha perfettamente ragione, parlarne è l'unica arma. Sembra che alcune tragedie siano così lontane da noi che facilmente se ne perde il ricordo, l'orrore. Ed è così terribilmente ingiusto.
RispondiEliminaSplendido articolo, zia mia, come sempre. Forte, indigesto, ma perfetto.
un bell'articolo monica. Sono tante purtroppo le donne e bambine che devono subire i fanatismi di "uomini" che pensano di operare nel rispetto della loro religione. Quello che ha detto Malala Yousafzai e tutto giusto!
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