lunedì 22 febbraio 2016

La prima lettura del mese #4

Buongiorno lettori!


Come state? Spero bene, io come sempre di corsa tra letture, casa, stadio, partite, tifo.. sono sfinita! 


Oggi torna la rubrica "La prima lettura del mese" in cui sarete voi a scegliere quale libro leggerò all'inizio del mese prossimo. 




Ecco qui i titoli che ho scelto: 



Valentina D'urbano  è un'autrice che mi ha conquistato con "Acquanera"... inutile dire che sono davvero curiosa di leggere "Il rumore dei tuoi passi". 

"Paper Magician" ha una trama davvero particolare, mi sono fidata della CE sperando che non interrompa la serie, ma soprattutto spero che il libro sia all'altezza delle mie aspettative. 

Chi mi conosce sa che ho una vera ossessione, passione per Rapunzel :) 
Questo libro mi è stato regalato dalla dolcissima Leda di "Dreaming Fantasy" per il mio compleanno... non vedo l'ora di posarci sopra gli occhi!!

Bene, a questo punto potete votare e scegliere per me, mi raccomando fate un buon lavoro!

A presto
Monica 

venerdì 19 febbraio 2016

Un po' del mio mondo #12 La squadra è di chi la ama

Buongiorno a tutti, 
oggi ho per voi un post un po' diverso e particolarmente speciale per me. Probabilmente non riscuoterà successo, non si parla di libri, ma era tanto che volevo scriverlo e questa la mi sembra la giornata giusta per farlo. 

Chi mi conosce sa già di cosa andrò a parlare, per tutti gli altri ebbene sì, oltre ad essere un'accanita lettrice, sono anche una gran tifosa di calcio, e lo sono della squadra della mia città: il Bologna. 

"Un po' del mio mondo" è la rubrica in cui di solito vi mostro i miei scatti, e oggi volevo regalarvi qualche foto scattata allo stadio, condita da qualche citazione, per farvi capire cosa significa andare allo stadio per me. 


Non è semplice, molti non capiscono questa "insana passione", perchè spesso il calcio viene visto come il male del mondo. Forse lo è, o forse no, ma se penso allo stadio di Bologna io penso a mio padre che da piccola mi portava a vedere le partite. Erano bei momenti, perchè potevo passarli con lui, che a casa c'era poco per via del lavoro. 

Dopo l'adolescenza, il calcio ed io ci siamo un po' allontanati. Preferivo seguire altri sport (che tra l'altro seguo ancora:volley, pattinaggio artistico, basket) ma si sa, al cuore non si comanda, e alla domenica un orecchio alla radio lo buttavo sempre per vedere come andava il mio Bologna. 

In questi anni di cose ne sono successe tante, come tifosi abbiamo dovuto subire società infime e tristi, eppure la passione non si è smorzata. Anzi ha continuato a crescere e da un po' di tempo a questa parte ho iniziato a frequentare di nuovo lo stadio. 

Sono momenti particolari quelli che precedono la partita, si parcheggia la macchina lontano, poi si va in autobus dove trovi altre persone come te con le sciarpe rossoblù al collo. Si scende e si fa tutto il percorso a piedi fino all'entrata.. è un mare colorato, una serie di persone con la stessa fede e la stessa passione. Alcuni aspettano il pullman dei giocatori, altri mangiano un panino al volo, e c'è sempre quel ronzio di sottofondo: i generatori dei chioschi che vendono da mangiare e da bere. 

C'è l'allegro vociferare, c'è chi dice "oggi vinciamo facile" oppure "Sarà durissima, ma ci dobbiamo credere". Ci sono i nostri colori, che per noi sono i più belli del mondo, e quando si entra si guarda la curva che piano piano inizia a riempirsi.. e poi parte l'inno della squadra, le sciarpe vengono tese, e si canta a squarciagola, perchè questa squadra la sia ama a squarciagola. 

C'è una città intera che ha visto di tutto, e ha creduto in un sogno americano/canadese, e che oggi più che mai ci crede, è la mia città, il mondo mondo, e senza timore dico che ne vado fiera. 


Spero di non avervi stancato con le mie chiacchiere, ma qualcuno una volta ha detto che "La squadra è di chi la ama" ed è una sacrosanta verità. Vi lascio con i miei scatti, alla prossima 
Monica 



"La partita è stata indescrivibile. Un tempo staccato dal tempo, in cui ti ritrovi a far parte di un immenso, unico essere umano formato da centinaia di esseri umani. Sei niente e sei ogni cosa" 
(Tratto da "In piedi nella neve" Nicoletta Bortolotti). 


"E in ogni stadio c'è una storia 
Il timore, l'amore, 
La fine di una vita, il principio di altre mille 
Ed una voce, un coro, che spaccano il cielo
E cambieremo il mondo, ma cambierà davvero" (Cit. Tiziano Ferro)



"La maglia del Bologna 
sette giorni su sette 
pochi passaggi, molti dribbling 
quanti vetri spaccati 
un Dio cattivo e noioso 
preso andando a dottrina
come un arbitro severo fischiava
tutti i perché
... dire, fare, baciare
occhio, questa è la palla che ci può salvare" (Cit. ‪#‎LucaCarboni‬‪#‎SilviaLoSai‬)


giovedì 11 febbraio 2016

Pillole di recensione #2

Buongiorno lettori, 
come potete vedere mi sto impegnando per ridare vita a questo mio angolino, e anche oggi vi proporrò delle brevi recensioni dei libri letti nell'ultimo periodo. Purtroppo la voglia di scrivere recensioni complete non è ancora tornata, ma così potrete comunque farvi un'idea di quello che ho letto e di quello che mi è (o NON mi è) piaciuto. 

Partiamo subito con un libro che ho terminato ieri, ci sono mille cose che vorrei dire, ma sono ancora piuttosto scossa da questa lettura. 

Amedeo, je t'aime  Voto 4,5/5

Il mio pensiero: Non è facile scrivere questa recensione in quanto, per tutta la lettura, sono stata pervasa da sentimenti contrastanti.
Il mio rapporto con i due protagonisti è stato di assoluto amore/odio.
Se da una parte posso comprendere la vita stravagante e sopra le righe di Amedeo Modigliani, dall'altra capire e accettare le scelte di Jeanne, la donna che lo amava,  non è stato per nulla semplice.
Probabilmente non ci sono riuscita, e non ci riuscirò mai.
Nonostante questo ho trovato il libro davvero meraviglioso, scritto benissimo. Io, che considero Parigi un po' la mia seconda casa, mi sono ritrovata catapultata in quelle atmosfere, in quelle strade, e l'autrice in questo è bravissima.
Apprezzo il fatto che abbia scritto una storia completamente diversa dalla precedente (Le Stanze buie... altro libro meraviglioso). Se così non fosse stato mi sarebbe sembrato di leggere qualcosa di già conosciuto, ed invece sono stata fagocitata da questa storia come non mi capitava da tempo. Nonostante il dolore costante che mi ha accompagnato per tutta la lettura, non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine. Ci sono storie che vanno comunque raccontante, anche se non sono felici, anche se non sono quello che noi vorremmo. Di Amedeo e Jeanne mi resterà comunque qualcosa, cosa esattamente ancora non lo so, perchè la lettura è appena terminata e devo ancora metabolizzare tutto quello che ho letto. Dell'autrice, invece, mi rimane la consapevolezza che il talento è qualcosa che viene dall'anima e lei, sicuramente, ne possiede una immensa. 


Il mio pensiero: Ho aspettato di trovare questo libro su "Libraccio" perchè pagarlo a prezzo intero mi sembrava un'esagerazione. A Natale, quindi, non me lo sono lasciato sfuggire. A lettura ultimata posso dire di essere felice di aver comprato una copia usata, poichè il libro non si è rivelato all'altezza delle mie aspettative. 
Sì, la storia è carina, e i personaggi sono sempre ben caratterizzati. 
Tuttavia, leggendo, non ho trovato nulla di nuovo. La storia mi è sembrata troppo simile ad altre già lette (sempre della stessa autrice) e quando non si cambia mai, si rischia di diventare noiosi. 
Lo consiglio a chi ama il genere, se si vuole una lettura veloce e spensierata, questo libro fa sicuramente al caso vostro.

 Una più Uno Voto 4/5

‪‎Il mio pensiero: Libro letto alla fine dello scroso anno, ancora non avevo avuto tempo di dirvi cosa ne pensavo. Jojo Moyes‬ ricama una storia semplice, senza grandi sussulti, ma che va dritta al cuore. ‪"‎Una Più Uno"‬ mi ha conquistata, racconta quello che tutti noi potremmo vivere ogni giorno.
Parla di difficoltà, di disagio, di bullismo, ma soprattutto parla d'amore: quello verso la famiglia, verso se stessi e verso gli altri.
Dopo "La ragazza che hai lasciato" libro che mi aveva conquistata a metà, sono felice di aver ritrovato questa autrice in splendida forma. Non è speciale come "Io prima di te", ma merita di essere letto.
Un libro che regala un po' di ottimismo, perchè ogni situazione si può risolvere, anche quelle più difficili.


Ecco qui, fatemi sapere se avete letto uno di questi libri, e soprattutto cosa ne pensate! 
A presto
Monica 





martedì 9 febbraio 2016

Libri in uscita #100 Speciale "La prima cosa bella" di Dante B. Recensione e ricchi premi...


Buongiorno meravigliose creature e lettori affezionati! 


Siete pronti per una nuova e scoppiettante giornata? Io sono carica come una molla, perchè da domani sarà di nuovo disponibile un libro che ho amato alla follia! 


Sto parlando de "La prima cosa bella" di Dante B. pseudonimo dietro il quale si nasconde la talentuosa Bianca Marconero, autrice della serie "Albion". 

Io sono stata una delle fortunate lettrici che ha avuto la possibilità di acquistare quel libro, autopubblicato, e di leggerlo tutto d'un fiato! Perchè mai il libro era stato ritirato dopo poco tempo vi chiederete voi? La risposta è semplice: la storia era così frizzante e deliziosa che una delle più note case editrici italiane non poteva non notarlo!! Domani, finalmente, il libro torna online per tutti quelli che vorranno leggerlo. 

Ho pensato di riproporvi la mia recensione per invogliarvi a leggerlo, spero che in tanti seguirete il mio suggerimento: 


Per acquistarlo clicca qui: 

TRAMA: 

Esiste solo l'amore non corrisposto: questa è la convinzione di Dante Berlinghieri, ventunenne nerd appassionato di cinema e fumetti. Tra una birra nel solito posto, un esame all'università e una sosta in fumetteria, la sua vita scorre più o meno tranquilla.

Ma una sera come tante, in uno dei soliti posti, arrivano anche delle ragazze e da quel momento il mondo di Dante verrà completamente capovolto. Si ritroverà promosso al ruolo di regista in un film amatoriale, si innamorerà senza essere riamato, e a sua volta non ricambierà una ragazza che invece si innamora di lui. E in un susseguirsi di eventi imprevisti e imprevedibili, Dante scoprirà che nulla è come aveva immaginato…

IL MIO PENSIERO: 

Non vedevo l’ora di postare questa recensione, sono giorni che ci penso e finalmente posso parlare di questo libro.

Conosco l’autrice già da un po’ di tempo, eppure sono rimasta sorpresa quando ho scoperto di questa sua nuova uscita, perché ero all’oscuro di tutto.

Ma la sorpresa maggiore l’ho avuta quando finalmente sono riuscita a leggere il libro.


Ci sono tanti aggettivi che mi frullano per la mente: divertente, irriverente, geniale, un mix esplosivo di situazioni comiche, come non mi capitava di leggere da tempo.

Bianca non ha nulla da invidiare ad altre autrici ben più conosciute in questo genere. Ho trovato “La prima cosa bella” una storia semplice, che parla al lettore di buoni sentimenti e della paura di mettersi in gioco.
Ho trovato tutti i suoi protagonisti perfettamente strutturati, ognuno di loro lascia il segno a modo suo, anche se i miei preferiti rimangono Isa e Miguel, per tutte le risate che mi hanno provocato (anche nei momenti più impensati, tipo quando sei in autobus e la gente ti guarda come se fossi pazza!)

E che dire delle mille citazioni cinematografiche presenti nel libro? Bianca, mi ha fatto venir voglia di rivedere tanti di quei film che non so da che parte iniziare (primo fra tutti Apollo 13 *_* AMO, AMO, AMO quel film).

Una storia semplice, che mi ha conquistata dalla prima riga. Un finale inaspettato, ma perfetto a mio avviso.

Se avete voglia di passare qualche ora lieta, lasciatevi conquistare da questa storia, ne uscirete con il morale alle stelle e un sorriso enorme stampato sulla faccia!

Allora? Cose ne pensate? Vi ho convinti?
Spero di sì!
Nel caso abbiate ancora qualche piccolo dubbio, cliccate qui sotto: 


Vogliamo parlarne? Io fossi in voi correrei ad comprare il libro, e subito dopo ad iscrivermi al concorso, non fatevi scappare questa ghiotta occasione!!

Buona lettura a tutti.
Monica&Dante 


giovedì 4 febbraio 2016

Libri in uscita #99

Buongiorno carissimi!

Come procede la vostra settimana? La mia tra alti e bassi, ma diciamo che non mi posso lamentare. 
Ieri è arrivato l'ultimo ordine che ho fatto su Libraccio e non vedo l'ora di mostrarvi quali meraviglie ho acquistato. 


Oggi, invece, vorrei parlarvi di tre nuovi libri in uscita, tutti e tre davvero interessanti. 

DATA: 11/02/16 Pagine 200 - € 14,90 
Per Tom è l’ultimo giorno di vacanza in Uruguay prima di tornare a Buenos Aires, dove insegna inglese, quando sulla spiaggia si imbatte in un pinguino coperto di petrolio. Riesce a salvarlo, ma nel momento in cui tenta di ricondurlo al mare, il pinguino inizia a seguirlo. Tom non se la sente di abbandonarlo e lo porta a Buenos Aires con sé. Così ha inizio la grande amicizia fra Tom e Juan Salvador il pinguino, fatta di corse su una motocicletta per vedere il mare, di cene a base di pesce crudo e partite della squadra di rugby, nella scuola in cui il professore insegna e di cui l’animale diventa la mascotte. Perché Juan Salvador è un pinguino speciale e cambia la vita di tutti quelli che lo conoscono. Soprattutto quella di un ragazzo che ha troppa paura dell’acqua: insieme a lui, forse, anche il pinguino troverà il coraggio di tornare a nuotare…



DATA 18/2/16 Pagine 250 - € 16,90 
Il primo profumo che Elettra ricorda è quello del pane appena sfornato e dei biscotti speziati. Nella panetteria in cui è cresciuta ha imparato da sua madre che il cibo è il modo più semplice per raggiungere il cuore delle persone. Ma adesso che lei non può più occuparsi del negozio e ha lasciato tutto nelle mani di Elettra, i suoi dolci non hanno più questo potere. E tutte quelle domande rimaste in sospeso tra loro non hanno una risposta. Domande su un passato che la donna non ha rivelato a nessuno, nemmeno a lei, sua figlia. Elettra, persa e smarrita, sente di non avere altra scelta: deve fare luce su quei silenzi. Eppure in mano non ha altro che una medaglietta con inciso il nome di un’isola misteriosa, e una ricetta: quella dei pani all’anice che sua madre cucinava per sconfiggere la malinconia e tornare a sorridere. Proprio quei dolci le danno la forza per affrontare il viaggio verso l’isola del Titano, un pezzo di terra sperduto nel Mediterraneo la cui storia si perde in mille leggende. Se su un versante la vita scorre abitudinaria, sull’altro solo cortei di donne vestite di nero solcano stradine polverose che portano al mare. Un luogo in cui ogni angolo nasconde un segreto, una verità solo accennata. Un luogo in cui risuona l’eco di amori proibiti e amicizie perdute. Ma Elettra non ha paura di cercare, di sapere. Deve scoprire come mai il vento dell’isola porta con sé gli stessi sapori della cucina di sua madre, la stessa magia dei suoi abbracci che la facevano sentire protetta quando era bambina. Deve scoprire il legame tra la donna più importante della sua vita e quel posto. Perché solo così potrà ritrovare sé stessa. Solo così Elettra potrà credere di nuovo che cucinare è un gesto d’amore e che davvero esiste una ricetta per non dimenticare mai di sognare. 
La ricetta segreta per un sogno è un caso editoriale internazionale venduto in tutta Europa. Un romanzo indimenticabile sul potere del cibo e sulla forza del passato.
Un romanzo capace di trasportare su un’isola affascinante e segreta in cui tutto è possibile. Un romanzo su una donna alla ricerca delle proprie radici. 


DATA 25/2/16 Pagine 300 - € 18,60
Nei sobborghi residenziali di Madrid in cui è cresciuto, Fran passa le giornate con l'amico Eduardo e sua sorella Tania, di cui è perdutamente innamorato. I due ragazzi non potrebbero essere più diversi da lui. Figli di una famiglia benestante, frequentano scuole private e hanno persino il cane che lui ha sempre desiderato. Eppure Fran sente che dietro quell'apparenza dorata si nasconde qualcosa. E quando Tania a diciott'anni sposa all'improvviso un uomo dal passato oscuro, i dubbi si trasformano in certezze. Eduardo comincia a lavorare per il cognato. Da quel momento non è più lo stesso, e quando sparisce nel nulla, Fran ha bisogno di sapere come stanno veramente le cose. Segue l'unico indizio che Edu gli ha lasciato. Anche lui imbocca la strada della vita adulta, ma trovare le tracce dell'amico perduto è sempre più difficile... 

Che ne pensate? Fosse per me li vorrei già tutti nella mia libreria. Dite che sono un caso disperato? 
A presto 
Monica 

martedì 2 febbraio 2016

Nuovi Arrivi #35


Buongiornooooooooooooo!
Come procede la vostra settimana? Avete qualcosa di bello da raccontarmi? Io oggi vorrei farvi vedere alcuni dei libri che mi sono arrivati in questi giorni. 



Partiamo con due libri a cui tengo tantissimo, primo perchè sono stati scritti da due autrici che amo e secondo perchè finalmente posso stringerli tra le mie mani, con tanto di dedica personalizzata!



Sto parlando di "Amedeo Je T'aime" di Francesca Diotallevi e di "Te lo dico sottovoce" di Lucrezia Scali. Eccoli qui in tutto il loro splendore: 



Oltre a queste meraviglie mi sono arrivati due libri dalle case editrici, eccoli qui: 



"La cerimonia del demone rosso" mi ha incuriosita fin dal primo momento in cui ho posato gli occhi sulla trama. Tra l'altro, come potete vedere dalla foto, è un libro illustrato!
Spero di poterlo leggere quanto prima. 

"La sarta di Dachau" è il primo libro che la Garzanti mi invia, e li ringrazio di aver accettato la mia richiesta di collaborazione. Per ora ho letto solo pochi capitoli perchè in questo periodo non ho tanto tempo, ma vi farò sapere cosa ne penso al più presto. 

Che ne dite delle mie nuove entrate? Vi ispirano? 
Attendo Vostre notizie.

A presto 
Monica 

lunedì 1 febbraio 2016

Ritratto di Signora


Buon primo Lunedì del mese! 
Come sempre ci ritroviamo per l'appuntamento con Ritratto di Signora. 
Oggi lasciamo la parola a Miki che ci propone un argomento davvero interessante: Il tatuaggio e la donna. 


Ho fatto il mio primo tatuaggio il 14 Gennaio del 2006, dopo un orrendo periodo della mia vita. E' piccolo, relativamente nascosto, ma racchiude un forte significato.
Il secondo, fatto il 17 Ottobre del 2012, è legato ad un altro brutto episodio, ma, ogni volta che lo guardo, non posso trattenere un sorriso.
L'ultimo, il 17 Ottobre del 2015, è il più grande ed è legato a tantissimi momenti di gioia. Non è quello realizzato meglio, purtroppo, ma lo amo infinitamente.
 
"E se poi te ne penti?" 

"Ma sai che brutto quando sarai vecchia?"
 
Le reazioni di molte persone davanti ai miei tatuaggi è alquanto discutibile.
Non ho mai pensato al tatuaggio come una moda o un ornamento e sicuramente si tratta di una decisione con cui farò i conti per tutta la vita.
Ma non è così per ogni decisione presa?
Le conseguenze saranno davanti ai nostri occhi sempre, che si vedano o meno.
E quando sarò vecchia, il mio corpo potrà non essere gradevole alla vista di qualcuno, ma non sarà un tatuaggio a renderlo peggiore. E comunque ci si può sempre girare dall'altra parte.
Commenti del genere non mi danno più fastidio, ormai ci ho fatto l'abitudine, ma ci sono alcune obiezioni che puntualmente mi fanno contare fino a dieci prima di rispondere:
 
"Sì, i tatuaggi sono belli... Su un uomo però, non su una donna" 
"Eh, ma tu sei femmina, perchè ti stai rovinando così?"
 
Perché nel 2016, troppe molte persone - e tante sono donne - apprezzano questo,  
 
ma disprezzano questo.
 

Il tatuaggio è uomo? Non direi proprio...
Le prime tracce di tatuaggi sono state ritrovate su corpi di donne
Amunet, vissuta a Tebe nel 2200 a.C., era una sacerdotessa della dea Hathor. 

La sua mummia presenta tatuaggi sul ventre a cui sono stati attribuiti significati legati alla fertilità.Altre mummie di donne risalenti allo stesso periodo riportano tatuaggi, assenti invece sui corpi degli uomini.
Il corpo della principessa Ukokè stato ritrovato in Siberia nel 1993. Risale a 2500 anni fa e presenta tatuaggi dall'aspetto sorprendentemente moderno: una sorta di animale mitologico - una renna con il becco di grifone e le corna di un capricorno - le ricopre la spalla sinistra e altri simboli sono presenti sulle mani. Probabilmente stavano ad indicare un ruolo superiore a quello degli altri appartenenti alla comunità.
E' profondamente in errore chi pensa che il tatuaggio sia un fenomeno nuovo.
In un remoto passato era comune anche per le donne mostrare questi segni indelebili sul corpo. Le motivazioni potevano essere diverse e potevano essere legate alla fertilità, alla guerra, alla posizione, al tramandarsi visivo del sapere, e già all'epoca era considerato un modo per abbellire il corpo.
Non ho trovato molte informazioni sul come e sul perché sia cambiata la concezione che si ha di questa pratica.
L'Imperatore Costantino la proibì con un decreto che si appellava al Levitico (19,28), in cui si condannavano i marchi sulla pelle, e risalgono al XVII secolo le prime testimonianze secondo le quali il tatuaggio era identificato con il mondo delle prostitute e dei criminali. In questo periodo, infatti, le cortigiane cominciarono a farsi tatuare.
Dalla seconda metà dell'800 fino agli anni '40, sfoggiare un tatuaggio per una donna era un atto coraggioso, che sfidava i rigidi tabù dell'epoca.
Ballerine di Night, ragazze dei Freak Show, modelle alternative, antenate del moderno burlesque, andavano in giro con i corpi completamente tatuati.
 
 
Una delle prime Circus Ladies di cui si ha testimonianza è Nora Hildebrandt, che nel 1882, all'età di ventidue anni, con i suoi 365 tatuaggi realizzati dal padre (uno al giorno per un anno), venne fatta esibire al Brunell's Museum di New York. 
Qualche settimana dopo toccò ad Irene Woodward, Bella Irene, autoproclamatasi "The Original Tattooed Woman".
Betty Broadbent (FOTO 7) fu ribattezzata "la più giovane donna tatuata al mondo). Aveva 17 anni quando, stufa di fare la babysitter, andò a New York e si fece tatuare Pancho Villa sulla gamba sinistra, Charles Lindbergh sulla destra ed una Madonna con Bambino sulla schiena. Tanto per iniziare. Betty fu la prima ad esporre i suoi tatuaggi per quello che erano. Non raccontava, come le altre cisrcus ladies, storie di rapimenti e sevizie da parte di indiani, per attrirare l'attenzione della gente. Betty era diversa. Era giovane, sicura di sé ed anticonformista.
Queste ed altre figure contribuirono, in maniera diversa, alla nascita delle prime associazioni di donne tatuate per scelta (negli anni venti, in America, gli uomini facevano tatuare le mogli, anche contro la loro volontà, in segno di possesso), che, dall'epoca vittoriana in poi, si identificavano anche con le più indipendenti economicamente e con coloro che avevano avuto la possibilità di viaggiare senza sottostare a mariti e famiglie oppressive.
 
Donne che esibivano la loro pelle illustrata con un coraggio paragonabile alla stessa irriverenza rivoluzionaria delle prime suffragette e delle protofemministe, che fecero propria una pratica vietata per secoli in Occidente, da papi, teologi, sovrani, e ne fecero espressione di bellezza ed autonomia, trasgredendo gli ideali di purezza e decoro femminile.
Risale agli inizi del '900 anche la prima tatuatrice donnaMaud Wagner, nata nel 1877 in Kansas. Maud era una trapezista e contorsionista, che lavorava in numerosi circhi itineranti. Iniziò ad esercitare la reietta professione, dopo aver incontrato Gus Wagner, un tatuatore, che sposò qualche anno dopo il loro incontro e da cui ebbe una figlia, Lotteva, che iniziò a tatuare all'età di nove anni ed è diventata lei stessa un'artista.
Maud faceva a pugni con i perdigiorno che entravano nella sua bottega per allungare le mani e incideva cuoricini con il nome dell'amato sulla pelle di giovani fidanzate, quali sigilli d'amore indelebili. I Wagner, nonostante l'invenzione del tatuaggio a macchina, rimasero fedeli alla tradizionale tecnica "hand-poked", che portarono in giro per tutti gli Stati Uniti.
Un articolo a parte dovrebbe essere scritto per parlare della tradizione orientale, e giapponese in particolare, del tatuaggio. Nella seconda metà del '900, i tattoo sono stati una forma di ribellione contro il governo. A quell'epoca infatti, le donne della classe media non potevano indossare i kimono, riservati solo alle nobildonne, e si facevano tatuare sul corpo disegni simili a quelli delle sete preziose con cui venivano realizzati.
 

Con il passare degli anni, il tatuaggio fu associato sempre di più al corpo maschile, diventando prerogativa di militari e marines e, successivamente di alcune categorie di individui che vivevano ai margini della società, come marinai e carcerati.
Ciò portò ad una vera e propria stigmatizzazione delle donne tatuate, che continuarono però ad utilizzare questa forma d'arte per esprimere una protesta ed il distacco dalla modernità, come negli anni '60-'70 con il fenomeno hippie.
Solo a partire dagli anni '80/'90 il tatuaggio comincia a ripulirsi di tutte i pregiudizi che gli hanno affiancato nel tempo, ma continua a rimanere critico il fenomeno sul corpo femminile.
Ad oggi possiamo assistere a fenomeni diversi. da una parte ci sono modelle e donne dello spettacolo che sfoggiano un corpo tatuato con disegni delicati, piccoli e che seguono le linee di un corpo senza difetti, che segue i canoni di una bellezza conforme agli stereotipi, dall'altra ci sono donne che praticano il tatuaggio come nell'antichità e lo vedono come uno strumento di comunicazione visiva di un messaggio.
Svariate sono le motivazioni che portano le donne a tatuarsi e ciò è stato anche oggetto di "studio" da parte di alcuni ricercatori francesi, che sono approdati a risultati alquanto discutibili: "Le donne tatuate sono considerate dagli uomini della Bretagna più attraenti e più disponibili". Lampante esempio di una visione limitante e stereotipata.
Tatuaggio come body art ma anche come terapia, per camuffare menomazioni chirurgiche, traumi del corpo e dell'animo.
Ed è proprio con questo che voglio concludere.

P.Ink è un'associazione che si propone di mettere in contatto donne sopravvissute ad un cancro al seno e sottoposte a mastectomia con tatuatori disposti a donare loro una forma di guarigione che nessun altro può dare.
Perché il cancro al seno non deve lasciare l'ultimo segno



Miki
 FONTI:

Devo dire che l'articolo scritto da Miki è davvero interessantissimo. Ho scoperto un sacco di cose che non sapevo, e soprattutto mi rendo conto che il divario tra quello che una donna può o non può fare con il proprio corpo, rispetto all'uomo, è ancora difficile da colmare.
Per quel che mi riguarda non ho tatuaggi, ma non perchè non li apprezzi.. solo perchè sono una fifona nata!! Come ogni altra forma d'arte apprezzo chi riesce a creare qualcosa di davvero unico!
Grazie per l'attenzione e al mese prossimo.
Monica, Miki, Fede, Jennifer, Franci e Daniela 

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