Buongiorno a tutti!
Eccomi di ritorno dalle vacanze natalizie! Come state? Avete passato un buon
Natale? Il mio è stato ottimo.. tanta pace, tanta serenità e per fortuna niente
abbuffate particolari! Infatti mia suocera ci ha preparato per il giorno di
Natale un pranzetto semplice ma ricco di amore e per me è stata la cosa
migliore di tutte.. vorrei che ogni Natale fosse così!
Allora cosa avete letto durante questo periodo Natalizio? Io
mi sono data da fare per finire il libro della Rowling “Il seggio vacante” e
devo dire che ne sono rimasta entusiasta! Ho sentito note discordanti su questo
libro, chi lo ama e chi lo odia.. io, sarà perché amo il suo stile, credo che l’esperimento
fuori dalla saga di Harry Potter sia pienamente riuscito.
Andiamo per ordine.. siamo stati abituati a leggere i libri della cara Zia Row,
impregnati di magia e sentimenti, questo suo nuovo libro, nonostante una trama
che a prima vista sembra scialba, non è da meno.
Certo non ci sono castelli, magia, o fantasia, ma c’è LEI con il suo vissuto,
il suo stile impareggiabile e la sua maestria nel descrivere le situazioni più
complicate. C’è un mondo, la cittadina di Pagford, con le sue stradine lastricate, il suo perbenismo e i suoi segreti, e una
piccola comunità in cui l’invidia e l’egoismo regnano sovrani.
Fin da subito mi è sembrato di stare alla finestra, o per estremizzare ancora
di più la situazione, di osservare Pagford e i suoi abitanti dal buco della
serratura. Sarà che anche io per tanti anni ho vissuto in un piccolo paese, e
so benissimo cosa vuol dire la maldicenza, il voler per forza conoscere tutto
di tutti.. quell’invidia che cova dentro come un fuoco fino ad esplodere nel
più terribile dei finali.
Come sempre la Rowling riesce a tessere trame decise e
personaggi indimenticabili, alcuni di loro li ho odiati dal più profondo del
cuore, per la loro inettitudine, il loro restare fermi davanti alle più atroci
situazioni, il non voler vedere il marcio nascondendo tutto sotto un tappeto o
dietro le tendine merlettate delle finestre.
Ci sono libri le cui recensione vanno scritte d’impulso,
come questa, libri che ti colpiscono come un pugno nello stomaco, libri che non
hanno il lieto fine sperato, libri che ti lasciano con l’amaro in bocca .. “Il
seggio vacante” è tutto questo.
E poi ci sono personaggi che si chiamano Krystal Weddon, o Sukhvinder Jawwanda
o Barry Fairbrother che resteranno per sempre dentro di te, perché anche in un
mondo avido, crudo ed egoista, c’è sempre qualcosa di buono in fondo al
tunnel.. personaggi come loro ti scaldano il cuore, ti fanno versare lacrime
copiose, e tu sai che li poterai con te per sempre.
Una volta tanto non ci sono immagini che possono descrivere
quello che ho provato leggendo questo libro, perché più di qualunque altra
cosa, quello che mi è rimasto addosso è la repulsione per un mondo che fa finta
di non vedere, che guarda solo all’interno del proprio orto pensando che tanto “ci
sarà qualcun altro che si occuperà di quel problema” .
Ci sono anche alcuni punti negativi, forse il linguaggio un po' troppo scurrile, e le prime pagine del romanzo che risultano un po' lente e confuse, ma sono particolari sui quali si può sorvolare, se il pacchetto finale risulta poi di alta qualità, come in questo caso.
So che la mia recensione potrà sembrarvi un po’ sconclusionata, ma dal più
profondo del cuore vi consiglio di leggere questo libro, immergervi in questa
realtà cruda e di assaporarne tutte le sfumature.. io l’ho amato e spero che
possiate farlo anche voi!
Monica