venerdì 13 settembre 2013

Libro della settimana "Avevano spento anche la luna" di Ruta Sepetys

Buon Venerdì a tutti! 

Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho finito pochi giorni fa e che penso resterà nel mio cuore per lungo tempo. 


Sto parlando di "Avevano spento anche la luna" di Ruta Sepetys. 


Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera, insieme alle famiglie di molti altri scrittori, professori, dottori. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. E l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi.

Non so bene da che parte iniziare per scrivere questa recensione, perché questo libro mi ha catturata a tal punto, che ho quasi paura di risultare banale.

“Avevano spento anche la luna” parla di una delle pagine più tristi della storia mondiale, la persecuzione da parte del regime sovietico nei confronti di cittadini Estoni, Lettoni e Lituani.

Persone normali, intellettuali, artisti, ragazzi giovani, bambini, anziani.. non c’era un vero criterio, se eri sulla lista, allora dovevi lasciare la tua casa e seguire i soldati alla stazione.

Senza acqua né cibo, ammassati su treni come bestiame portato al macello, Lina e la sua famiglia iniziano questo viaggio che cambierà per sempre le loro vite.

Non è stato semplice leggere questo libro, ad ogni pagina mi dicevo “Non può essere peggio di così..” eppure il peggio era sempre in agguato.

Non bastano i morti, i pestaggi, le umiliazioni, i pidocchi che ovunque scavano e si arrampicano, in ogni pagina di questo libro ho trovato orrore e disperazione.




Eppure tra tutta questa disperazione, Lina e la sua forza, mi hanno aiutata a continuare la lettura.

Lina che non si arrende, Lina che di nascosto cerca di recuperare un po’ di legna per combattere il freddo, Lina che disegna e spera in un futuro migliore, Lina che con coraggio mi ha fatto capire che la vita merita di essere vissuta.


Proprio ieri in una recensione leggevo che ogni libro dovrebbe trasmettere un messaggio, dovrebbe aiutarti a capire qualcosa, e questo libro c’è riuscito.

Mi ha riportato all’estate di qualche anno fa, quando con mio marito sono andata a visitare questi paesi. Non abbiamo visto solo le capitali come Riga e Tallin, che sono piccoli gioielli, ma ci siamo inoltrati nel territori estone e lettone, dove la presenza di un passato pesate è ancora visibile.

Ricordo, come se fosse oggi, la nostra visita al Museo del KGB. Il terrore e il senso di claustrofobia che ho provato entrando nella cella degli interrogatori.. un letto. un secchio, che serviva per i servizi igienici, e quella sedia su cui si sedevano le persone da interrogare,  che ho ancora impressa nella memoria.

Il regime russo ha fatto scempio di questi territori e queste popolazioni, cercando di sopprimere le loro tradizioni e le loro culture. Eppure, con la stessa forza che Lina dimostra tra le pagine, queste persone stanno cercando di ritrovare la loro identità, per non dimenticare ciò che è successo e aiutare, chi non l’ha vissuto, a ricordare.

La stessa autrice nelle note finali ci spiega che le poche persone che riuscirono a sopravvivere ai Gulag, una volta tornate a casa, non poterono riappropriarsi delle proprie case o parlare di quanto era loro accaduto. Il regime sovietico continuava a considerarli criminali e queste storie vennero alla luce solo dopo la caduta del regime stesso.

Sollecita il lettore ad informarsi, a fare ricerche, a capire ed ad imparare dagli errori del passato.

Consiglio assolutamente questo libro a tutti! Non abbiate paura di conoscere Lina e la sua storia, perché vi insegnerà davvero tantissimo!
A presto
Monica



14 commenti:

  1. Molto bello questo libro.
    Quando l'ho cominciato ero un po' spaventata e preoccupata, l'argomento non è certo dei più semplici e inoltre temezo risultasse pesante, invece nonostante gli orrori che si susseguivanpo pagina dopo pagina il coraggio di Lina invitava a seguirla nel suo terribile viaggio.

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    1. E' vero, è la stessa sensazione che ho avuto io.. lei mi ha dato speranza, nonostante tutto!

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  2. Splendide parole.
    Voglio leggerlo presto :')

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    1. Grazie Mik! Leggilo presto, sono sicura che lo amerai.

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  3. Anche io desidero leggerlo! Bellissima recensione, molto intensa!!
    :) sul mio blog ho recensito "Fermate gli Sposi", se ti può interessare! E sto leggendo anche io un libro delizioso: si intitola Wonder di J.R. Palacio! Te lo consiglio! Dai un'occhiata su internet!
    A prestoo! :)

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  4. è un libro meraviglioso..tocca nel profondo

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    1. Assolutamente d'accordo con te, mi ha veramente commossa.

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  5. L'argomento mi spaventa un po' in verità.. Non che io voglia restare nell'ignoranza. Gli eventi, i fatti, si studiano a scuola.. Però i sentimenti, le vite delle persone che hanno subìto questi orrori non ce li insegna nessuno.. un libro che merita l'attenzione di tutti, concordo

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    1. Io te lo consiglio comunque, per quando ti sentirai pronta per leggerlo. Sono libri difficili, ma ti aiutano a guardare il mondo in modo diverso.

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  6. Mi hai convinta..prossimo acquisto!

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  7. Se ho i brividi solo per la recensione, che succederà se dovessi leggere il libro? Boh!
    La storia dei Gulag non è molto conosciuta, non così bene come quella dei campi di concentramento nazisti, e anche se hanno portate storiche diverse, con alla base intenzioni diverse, il risultato è tremendamente simile.
    Prima o poi lo leggerò sicuramente. Non ora. Devo riprendermi da "Colpa delle stelle".

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  8. Sapevo che ti sarebbe piaciuto e so che piacerà moltissimo anche a me.
    La recensione è splendida e come sempre c'è dentro tanto di te e della tua vita, è sempre un piacere leggerle.

    Leggerò al più presto "Avevano spento anche la luna", so già che mi emozionerò tantissimo, che soffrirò molto, ma sento il bisogno di leggerlo e so che l'autrice saprà coinvolgermi con il suo stile e questa dolorosa storia.

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