Buongiorno
carissimi!
Come
state? Anche da voi piove in continuazione? Qui a Bologna sono due giorni che
va avanti e non se ne può più… è deprimente!
Questa
mattina ho deciso di rispolverare la mia vecchia rubrica "In
Lettura"
In
questa rubrica, se non la ricordate, vi parlerò della lettura in corso, dandovi
un po' di notizie sul libro.
Qualche
giorno fa avevo scritto sul pagina FB che ero stata colpita dal famigerato “Blocco
del lettore”. Quattro libri iniziati, quattro libri abbandonati.
PANICO.
Per
fortuna, spulciando la mia libreria, ho trovato questo libro che mi è stato
regalato per il mio compleanno. Si tratta di “Ciò che inferno non è” di
Alessandro D’Avenia.
Ho
iniziato a leggerlo, e sembra che il blocco del lettore sia momentaneamente
passato.
Andiamo
per ordine:
COVER DISPONIBILI:
Unica cover disponibile, trattandosi di un libro italiano è la seguente.
Io la trovo molto bella, e di grande ispirazione.
C’è tutto quello che poi si ritroverà dentro al libro.
TRAMA:
Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle
quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre
davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara
a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il
prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e
lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano
con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico
attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città,
ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera
torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere
scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È
l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il
Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da
rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da
Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a
sperare in una vita diversa... Con l'emozione del testimone e la potenza dello
scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile
eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in
queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con
quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.
LUOGHI
CITATI NEL LIBRO:
La città di Palermo, con le sue mille
contraddizioni, è la vera protagonista del libro.
La
Palermo in cui si vive bene, e il quartiere di Brancaccio con le sue regole non
scritte, ma che tutti conoscono.
PRIME IMPRESSIONI:
Lo
stile di D’Avenia è molto particolare, di suo avevo già letto “Bianca come il
Latte Rossa come il sangue” e penso che sia uno di quegli autori che o si ama o
si odia.
Io,
per fortuna, lo trovo di grande ispirazione.
Il
suo modo di scrivere riesce a portarmi in luoghi lontani, i suoi libri sono
sempre pieni di post it perché non posso fare a meno di segnarmi le mille
citazioni presenti.
Anche
con questo libro è stato amore a prima vista. Lo sto leggendo lentamente, per
assaporare ogni pagina e ogni personaggio.
Per
il momento mi sento solo di consigliarlo, una grande lezione di vita.
Fatemi sapere se avete già letto questo libro e quali sono le vostre impressioni.
A presto
Monica