martedì 22 marzo 2016

Nuovi arrivi #36

Buongiorno carissimi,
che giornata uggiosa. Solo io inizio ad essere stanca di questa pioggia, di questo grigio, e di questa nebbia? Ma non era arrivata la primavera? 
Ho voglia di sole, di calore (non troppo), insomma ho bisogno di ricaricare le energie!



Quest'ultima settimana non è stata particolarmente facile. A volte ci sono notizie che ti prendono talmente di sorpresa che reagire non è semplice. 

Io quando sto male, psicologicamente parlando, tendo a rifugiarmi in libreria. Penso che quando tutto sta precipitando un buon libro possa essere d'aiuto. Magari non risolve la situazione, ma la pace e la serenità che trovo tra gli scaffali è qualcosa che non posso descrivere a parole. 

Proprio per questo Venerdì sera ho portato a casa un piccolo bottino libroso (lo so che non si dice in Italiano, ma rende bene l'idea). 

ECCOLI QUI: 


Di "Room" me ne ha parlato bene la mia amica Miki, di lei mi fido ciecamente perchè abbiamo gusti piuttosto simili. Prima di vedere il film vorrei leggere il libro, e credo sarà una delle mie prossime letture. 

"Book Jumpers" mi ha colpito per la cover, mi chiamava proprio! L'ho preso, ho letto la trama, mi sembrava carina però in un primo momento l'ho riposto. Poi sono tornata sui miei passi, non potevo lasciarlo lì! 

Per finire "Signora di mezzanotte". Cassandra Clare ed io non abbiamo un gran rapporto ultimamente. Però ho deciso di darle un'altra possibilità perchè in definitiva amo il suo modo di scrivere. Cassie non mi deludere!

Bene, fatemi sapere cosa ne pensate dei miei nuovi acquisti!
A presto
Monica 

mercoledì 9 marzo 2016

In Lettura #7

Buongiorno carissimi! 
Come state? Anche da voi piove in continuazione? Qui a Bologna sono due giorni che va avanti e non se ne può più… è deprimente!

Questa mattina ho deciso di rispolverare la mia vecchia rubrica "In Lettura" 


 In questa rubrica, se non la ricordate, vi parlerò della lettura in corso, dandovi un po' di notizie sul libro. 
Qualche giorno fa avevo scritto sul pagina FB che ero stata colpita dal famigerato “Blocco del lettore”. Quattro libri iniziati, quattro libri abbandonati.
PANICO.

Per fortuna, spulciando la mia libreria, ho trovato questo libro che mi è stato regalato per il mio compleanno. Si tratta di “Ciò che inferno non è” di Alessandro D’Avenia.
Ho iniziato a leggerlo, e sembra che il blocco del lettore sia momentaneamente passato.

Andiamo per ordine:

COVER DISPONIBILI: 

Unica cover disponibile, trattandosi di un libro italiano è la seguente. 
Io la trovo molto bella, e di grande ispirazione. 
C’è tutto quello che poi si ritroverà dentro al libro.




TRAMA: 

Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... Con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.



LUOGHI CITATI NEL LIBRO: 

La città di Palermo, con le sue mille contraddizioni, è la vera protagonista del libro.



La Palermo in cui si vive bene, e il quartiere di Brancaccio con le sue regole non scritte, ma che tutti conoscono.



PRIME IMPRESSIONI: 

Lo stile di D’Avenia è molto particolare, di suo avevo già letto “Bianca come il Latte Rossa come il sangue” e penso che sia uno di quegli autori che o si ama o si odia.

Io, per fortuna, lo trovo di grande ispirazione.
Il suo modo di scrivere riesce a portarmi in luoghi lontani, i suoi libri sono sempre pieni di post it perché non posso fare a meno di segnarmi le mille citazioni presenti.

Anche con questo libro è stato amore a prima vista. Lo sto leggendo lentamente, per assaporare ogni pagina e ogni personaggio.
Per il momento mi sento solo di consigliarlo, una grande lezione di vita.


Fatemi sapere se avete già letto questo libro e quali sono le vostre impressioni. 
A presto 
Monica 





martedì 8 marzo 2016

Ritratto di Signora - Speciale 8 Marzo



In occasione della Giornata Mondiale della Donna, noi di Ritratto di Signora abbiamo sempre voluto sottolinearne l'importanza ed il valore storico ed umano.
Lo abbiamo fatto con le parole di una canzone, con la forza delle immagini, attraverso le eroine dei nostri libri preferiti,
Anche quest'anno, nonostante sia solo di ieri l'appuntamento mensile, vogliamo fermarci un attimo e dare spazio a quelle emozioni travolgenti che le storie di donne forti, caparbie, determinate suscitano. E lo facciamo attraverso un film.

BUONA VISIONE

Il film che ho scelto  è Erin Brockovich - Forte Venire la verità 


TRAMA: 
Los AngelesErin Brockovich, segretaria precaria di uno studio legale e madre trentenne di tre figli, nubile dopo due divorzi, spinta da curiosità, intraprendenza e senso della giustizia, indaga sulla Pacific Gas and Electric Company che ha contaminato le falde acquifere di Hinkley, una cittadina californiana, provocando tumori ai residenti.

TRAILER: 


Quello che più ho amato  di questo personaggio e la straordinaria caparbietà di Erin. Una donna non comune, una di quelle che a prima vista ti verrebbe da definire "Tutta tette e  zero cervello", ed invece si rivelerà tutto il contrario. 

La frase che ho scelto è un po' particolare, Erin al cospetto di un'avvocatessa un po' zelante e per nulla gentile, presenta le firme delle persone che hanno deciso di fare causa alla Pacific Gas. L'avvocatessa si chiede come abbia fatto a raccoglierne così tante, e questa è la sua risposta: 

"Visto che  non ho Cervello, nè Esperienza legale, sono andata lì  e ho distribuito  634 favori sessuali, 634 pompini in 5 giorni. In Effetti sono un po' provata ..."

Erin è questo, prendere o lasciare, non ci sono vie di mezzo. 
Nella vita un pezzo di carta rilasciato da un'università non e tutto. Ognuna di noi può conquistare un angolo di mondo utilizzando forza, determinazione e astuzia. 

Potete trovare Gli Altri film Un Collegamento QUESTI: 


Grazie mille a tutti per L'attenzione e buon 8 Marzo alle splendide donne che ci seguono.
Monica 



lunedì 7 marzo 2016

Ritratto di Signora

Buongiorno e buon primo Lunedì del mese. 
Oggi ritorna la rubrica "Ritratto di Signora" con un post scritto da Daniela di "Un libro per amico". 
Un post molto interessante, che parla di una donna che assolutamente non conoscevo.  Daniela mi ha incuriosita con questa storia, e sono sicura che presto leggerò il libro "Strane creature" di Tracy Chevalier, a cui si è ispirata per il suo ritratto. Lascio subito a lei la parola. 

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Per il Ritratto di Signora di oggi ho deciso di prendere spunto da un libro che ho letto recentemente - Strane creature di Tracy Chevalier recensione qui - e che mi ha portato a conoscenza di una donna che ha cambiato la storia e che io fino a quel momento ignoravo: Mary Anning (1799-1847) nata e vissuta a Lyme Regis, all’incrocio fra le scogliere del Dorset e del Devon, in una famiglia tutt'altro che benestante. Il padre, falegname di professione, abbinava al suo lavoro quello del cercatore di fossili sulle spiagge locali - ricche di fossili del periodo Giurassico - con lo scopo di rivenderli ai turisti; Lyme Regis agli inizi del 1800 era infatti diventata meta turistica ambita per le famiglie nobili e benestanti della città di Londra. 
Mary apprese prestissimo dal padre l'arte della ricerca dei fossili fino a farlo diventare un lavoro, soprattutto dopo la morte di quest'ultimo. Era scavando sulle spiagge di Lyme, in inverno, alla base delle instabili scogliere, in solitudine, rischiando spesso la vita che Mary contribuiva al sostentamento della famiglia.

Scheletro di Ittiosauro
Nel 1811 (altre fonti riportano 1809 e 1810) Joseph Anning, fratello maggiore di Mary, trova il teschio lungo più di un metro di un ittiosauro. Mary pochi mesi dopo - aveva solo 12 anni - riesce ad individuare il resto del corpo. Capace di raffigurarsi la sagoma di un animale – vissuto milioni di anni prima e che non somiglia a quelli che può vedere attorno a sé – in frammenti di ossa, accurata nel ricomporli, sei anni dopo ne ricostruisce lo scheletro intero e l’esploratore tedesco Ludwig Deichart la soprannomina «la principessa della paleontologia». Inizialmente l'esemplare viene identificato come coccodrillo ed acquistato da Henry Hoste Henley, Lord del luogo che lo compra da Mary per 23 pounds, e che lo rivende a sua volta a William Bullock, collezionista di curiosità naturalistiche. Ma è Charles Konig, un naturalista che lavora presso il British Museum a dargli il nome e una sistemazione definitiva presso il museo. Negli anni Mary ne scoprirà poi diversi altri, più o meno completi. 
La sua reputazione cresce, il reddito no, fino a quando il colonnello Thomas James Birch mette invece all’asta fra i conoscitori europei i fossili che aveva acquisito dalla famiglia Anning e consegna a lei i proventi: 400 sterline. 

Nel 1820 Mary trova il primo scheletro incompleto di plesiosauro, seguito due anni dopo da uno completo. 
Scheletro di Plesiosauro
Per il numero assolutamente inconsueto di vertebre del collo (35), mai osservate fino a quel momento in nessun organismo vivente, inizialmente la scoperta genera i sospetti del naturalista ed anatomista francese Georges Cuvier, considerato a quel tempo autorità assoluta nel suo campo. Una tale accusa di falsificazione, anche non provata, avrebbe potuto mettere in grande imbarazzo Mary ed il suo commercio, togliendo credibilità ai suoi ritrovamenti. Grazie al secondo esemplare completo e all'appoggio della Geological Society, i dubbi cadono e Cuvier ritira le sue perplessità. 
Da quel momento Mary annota e critica articoli scientifici che si fa mandare dai visitatori, impara l’anatomia sezionando pesci e seppie per meglio visualizzare, per similitudine, la forma di specie estinte. A 27 anni, con i risparmi compra una casa e al pianterreno apre l’Anning’s Fossil Depot, assistita da una signorina di buona famiglia, Elizabeth Philpot - altra protagonista del libro della Chevalier - che ne diventa l’amica e la collaboratrice. Il deposito è presto frequentato da celebrità come re Federico Augusto II di Sassonia o i “fossilisti” del museo di storia naturale di Londra e di quello di New York. 
Scheletro di Pterosauro

Nel 1828 è la volta del primo fossile di rettile volante mai trovato in Inghilterra, anche se incompleto, uno pterosauro; scoprì inoltre varie nuove specie di fossili di pesci, tra cui la prima Squaloraja, nel dicembre del 1829. Mary Anning ne ricava 210 sterline e dovrebbe finalmente vivere con un po’ di agio. Ma nel 1835 perde tutti i risparmi in un investimento sbagliato. Attraverso la nuova British Society for the Advancement of Science, Buckland le fa avere una pensione dal governo, per “contributi eccezionali alla scienza”.

Inutile specificare che essendo nata donna, alla fine del 1700, da una famiglia di bassissima estrazione sociale, Mary ebbe pochissimi, se non quasi nulli, riconoscimenti della sua opera in vita, nonostante durante le sue ricerche fosse venuta in contatto con importanti personaggi del campo scientifico che spesso la contattavano per chiederle pareri o per acquistare da lei pezzi dei suoi ritrovamenti. Nessuno di loro fece comunque mai un cenno a Mary nominandola apertamente nelle loro relazioni scientifiche. Non è ammessa nemmeno in visita alla Geological Society di Londra anche se i membri ne usano le opinioni e le scoperte (tra cui il fatto che certi sassi friabili erano in realtà coproliti, feci fossilizzate) per iscrivere la storia della vita e della morte delle specie nel «tempo profondo» delle ere geologiche, e approdare con Charles Darwin alla teoria dell’evoluzione.

Fossile di Squaloraja
La ragazza rischiò più volte la vita durante le sue ricerche ma il richiamo dei "ninnoli", come li chiamava lei, era più forte di qualsiasi altra cosa e la sua capacità di scovarli era impressionante.

Nel libro della Chevalier viene dato molto risalto a questa parte della storia e l'autrice riesce a raccontare in modo molto vivido sia le fasi di ricerca/ritrovamento che quella di pulizia/preparazione dei pezzi. Altro punto importante è l'amicizia e collaborazione di Mary con Elizabeth Philpot. Fu proprio un parente di quest'ultima - Thomas Philpot - a commissionare la costruzione del Lyme Regis Museum, costruito nel 1901 in una delle più antiche parti della città, un tempo affollata di case.

Mary muore a 47 anni, di cancro al seno. De la Bèche, presidente della Geological Society, ne pronuncia l’elogio funebre davanti all’assemblea, come se lei ne avesse fatto parte. Anni dopo, Charles Dickens racconterà sulla rivista letteraria All the Year Round la vita della «figlia del carpentiere che si guadagnò un nome tutto per sé e se lo meritava.»
Peccato che la donna, nella sua pur così importante vita, non abbia mai avuto in vita i riconoscimenti che si sarebbe meritata.

Bibliografia:

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Potrete trovare questo post sui blog:

Un libro per amico

mercoledì 2 marzo 2016

L'angolo di Miki - The Danish Girl

Buongiorno carissimi!



Dopo tanto, tantissimo tempo, torna la mia preziosa collaboratrice Miki che oggi ci delizierà con la sua recensione di "The Danish Girl". Devo dirvi che io non ho ancora letto il libro, e non ho neanche visto il film, ma sono entrambi in lista d'attesa!

Ecco, invece, cosa ne pensa la nostra Miki


E' passato più di un anno dall'ultimo post di questa sorta di rubrica.
In questo tempo ho iniziato a leggere tantissimi romanzi. Molti li ho anche terminati. Diversi mi sono piaciuti. Ma pochi mi sono entrati dentro.

The Danish Girl, La Ragazza Danese, di David Ebershoff è uno di questi.

Ho voluto leggere il libro dal primo momento in cui ho visto il trailer del film. Mancavano tanti mesi alla programmazione, eppure in quei pochi secondi, nelle immagini che mi scorrevano davanti agli occhi, quando ho incrociato lo sguardo di Lily, ho desiderato ardentemente conoscerla.




Che cosa succede quando vedi la persona che ami cambiare radicalmente sotto i tuoi occhi? Tutto nasce da un semplice favore che una moglie chiede a suo marito durante una giornata qualsiasi. "The Danish Girl" di David Ebershoff, un romanzo sui lati oscuri e misteriosi dell'amore e della sensualità. Siamo a Copenaghen, inizi Novecento: entrambi stanno dipingendo nel loro atelier, lui realizza paesaggi velati dalla nebbia del Nord; lei ritrae su enormi tele i ricchi committenti della borghesia cittadina. Proprio per completare uno di questi lavori, il ritratto di una nota cantante d'opera, Greta domanda al marito di posare in abiti femminili. Da principio Einar è riluttante, ma presto viene completamente sedotto dal morbido contatto della stoffa sulla sua pelle. Via via che si abbandona a questa esperienza, il giovane entra in un universo sconosciuto, provando un piacere che né lui né Greta avrebbero mai potuto sospettare. Quel giorno Einar ha un'autentica rivelazione: scopre infatti che la sua anima è divisa in due e forse lo è stata sempre: da una parte l'artista malinconico e innamorato di sua moglie, dall'altra Lili, una donna mossa da un prepotente bisogno di vivere...


Ero incantata durante la lettura. E' stato come ritrovarsi di fronte ad una tela bianca e vedere piano 
piano il dipinto prendere forma. Lili.

Un ritratto appena abbozzato, all'inizio, dai colori tenui, le pennellate gentili, delicate. Sei lì, lo guardi, pieghi il capo e cerchi di capire cosa sia. Chi sia.
Ma ecco che improvvisamente è come se si accendesse, come se i tratti diventassero più decisi, le tinte più forti, brillanti.

Nonostante la storia sia narrata in terza persona, viene raccontata dal punto di vista di Greta, moglie di Einar. E' proprio lei che scopre Lili, è lei che alimenta questo germoglio che poi sboccia prepotentemente in un terreno arido ed ostile. 
E come quando uno scrittore perde le redini della sua storia, costretto ad assecondare una trama che si evolve da sola e personaggi sfuggenti e ribelli, così Greta si accorge improvvisamente che ciò che è iniziato come un gioco è diventato un processo inarrestabile, che ha portato Einar sempre più lontano da lei.

Fonte

Assistere alla trasformazione, diventa ogni volta più difficile. All'inizio scompare Lili e compare Einar, come se fossero due persone distinte. E' facile da leggere, facile da capire. Senza troppe domande, la lettura scorre con un ritmo vivace, Ma poi si arriva al momento in cui le due persone coesistono nello stesso corpo. Si assiste al ritmico scomparire di Einar, gesti meccanici, compiuti con una sicurezza consolidata nel tempo. Nascondere i genitali, esaltare le forme inesistenti, truccare il viso. Ammetto di aver provato un certo imbarazzo. Come se stessi assistendo ad un qualcosa di intimo e privato, come se guardarlo fosse una mancanza di rispetto nei confronti di entrambi. Finché compare Lili, elettrizzata come una bambina, con una grande curiosità verso il mondo, verso le persone, verso la vita. La libertà.

Ma c'è Greta, questa è anche la sua storia. Greta che all'inizio si diverte, è quasi orgogliosa di essere l'artefice della comparsa di Lili, che grazie a Lili comincia ad ottenere le soddisfazioni da pittrice che non aveva mai avuto, sempre un po' all'ombra di Einar e dei suoi delicati e decadenti paesaggi.
Ma come ci si comporta quando una donna ti porta via il marito sotto ai tuoi occhi? E come ci si comporta se questa donna e tuo marito sono la stessa persona?
Incoraggiare Einar significherebbe perderlo. Ostacolarlo significherebbe perderlo ugualmente. Forse ucciderlo.
Ed è qui che si assiste alla grandezza di questa donna. Una donna lacerata nell'animo ma che ha dentro di sé una grandissima forza e tanto amore.

Non voglio anticiparvi troppo, non voglio svelarvi troppi dettagli, perché credo fermamente che ognuno di noi dovrebbe leggere questa storia. Ognuno di noi dovrebbe lasciarsi trascinare negli anfratti più bui dell'animo umano, quando è tormentato, imprigionato.

Ho particolarmente apprezzato lo stile di Ebershoff, per quanto una traduzione possa permetterlo. La lettura è scorrevole, perfettamente equilibrata tra passaggi descrittivi e dialoghi. Pochi punti rallentano la narrazione, per lo più i flashback che riguardano Greta, ma che rimangono comunque interessanti perché approfondiscono il carattere di un personaggio eccezionale, una vera e propria eroina.

Leggere questo libro mi ha dato tantissimo, è una di quelle letture preziose da custodire gelosamente in libreria (l'ho letto sul Kindle ma adesso lo voglio cartaceo!) e che ha aumentato esponenzialmente la mia curiosità nei confronti del film, per il quale le mie aspettative adesso sono ancora più alte.

Voi lo avete letto? Andrete a vedere il film? Fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima
Miki