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domenica 2 novembre 2014

Crossing Reviews #14

Buongiorno lettori!
Ritorna oggi la rubrica “Crossing Reviews” in collaborazione con Lucrezia de “Il libro che pulsa”.



L'idea nasce dalla voglia di far conoscere ai miei lettori, libri diversi da quelli che vi presento di solito. Per questo motivo, alla fine di ogni mese, il mio blog ospiterà una recensione pubblicata da Lucrezia, e il suo blog farà lo stesso con una delle mie! 

In questo modo avrete la possibilità di conoscere meglio lei, e al tempo stesso di venire a conoscenza di altri libri!

Tra i libri letti da Lucrezia lo scorso mese ho scelto "Destino di un amore" un po' attirata dalla cover e un po' perchè di questa autrice, Linda Bertasi, non ho mai letto nulla e quindi sono curiosa. 

Può l’amore decidere di condurci per strade impervie, dove la ciclicità degli errori commessi altro non alimenta che il desiderio di autenticità dell’amare? 
Senza poi per nulla sminuire la dignità di quanti, come Francesca, la protagonista di questo viaggio, anche dopo salti e giri nel vuoto, recuperano ancora più efficacemente il senso profondo di ogni cosa. 
Un romanzo d’amore, quasi un giallo per le sorprese e la suspense dietro l’angolo; come a suggellare un ponte sulle distanze dell’impossibile, dove anche i sogni e le attese più irrealizzabili possono, in qualche maniera, rendersi disponibili. 







Destino di un amore è il romanzo di esordio di Linda Bertasi, già nota ai lettori per le altre sue pubblicazioni come "Il rifugio" e "Il profumo del Sud".
Linda Bertasi non solo è una grande donna, ma anche una bella persona, e cercherò di essere il più neutrale possibile senza farmi condizionare dalla sua conoscenza.
Premetto di aver letto prima gli altri suoi romanzi e per ultimo questo, ho percepito quindi una certa insicurezza nel testo, ripetto a quelli successivi, ma è riuscita ugualmente a regalarmi una piacevole lettura.
Il romanzo prende vita a Parigi, la città dell'amore per eccellenza, dove l'autrice ci presenta i suoi due protagonisti: Francesca e Philippe.
Francesca è una giovane studentessa universitaria, piena di entusiasmo e di curiosità, mentre Philippe è figlio di una stilista e di una modella. Due vite e due ceti sociali molto diversi, ma che il destino ha deciso di far incontrare.
Tra gli scorci più romantici della capitale francese, Francesca e Philippe si innamoreranno, ma la loro storia sarà tormentata e destinata a un punto di rottura che porterà alla divisione della coppia.
Le insicurezze, i litigi, la differenza di stile di vita saranno le cause principali di una dura decisione, ma se il destino li ha scelti, non saranno di certo queste incompatibilità a dividerli per sempre.

Destino di un amore è un bel romance, spesso con alcuni eccessi di romanticismo, ma la trama si sviluppa in modo più articolato e meno scontato della classica storia d'amore.
La storia si evolve, presenta enormi salti temporali, e tutto si intreccia in modo perfetto, si incastra tutto al posto giusto e al momento giusto. Il romanzo esalta il vero amore, quello che forse si sta andando un po' a perdere, quello che ci mette a nudo e ci spinge a fare anche i gesti più disperati e folli.
Linda Bertasi è stata brava nel strutturare e gestire i salti temporali, caratterizzando i vari personaggi che incontreremo nelle diverse generazioni e nel dare attenzione a tanti piccoli particolari per non smarrire il lettore.
Il suo stile è scorrevole, deciso, emotivo e semplice. Non cerca di ostentare più del dovuto, e non si perde in troppi giri di parole. Va dritto al punto.
Ho apprezzato il processo di maturazione che affronta Francesca, passando da ragazzina immatura, a madre di famiglia e successivamente ad amante e nonna.
Certe decisioni non le ho comprese e forse neanche accettate, ma come si dice "al cuor non si comanda".
Anche se sono rimasta piacevolmente colpita da questo romanzo d'esordio, a mio parere, non ho condiviso determinate scelte che ha fatto l'autrice. Ho riscontrato poca credibilità in alcuni momenti della storia d'amore, e soprattutto non mi è piaciuto come è stata gestito l'amore incestuoso tra i due fratellastri.
Ammetto che la prima parte l'ho sentita "lenta", quasi fosse una lunga introduzione alla seconda parte, ma, una volta superata, mi sono dovuta ricredere e ho letteralmente divorato il romanzo in mezza giornata.
Tralasciando i lati negativi, Destino di un amore è sicuramente un romanzo che esalta i sentimenti e le emozioni del cuore, ma che spiega che siamo umani e non siamo esenti da sbagli, colpe e ripensamenti. Il lettore può immedesimarsi e decidere se appoggiare determinate scelte dei protagonisti o immaginare una strada diversa.
Linda Bertasi ha del grosso potenziale, cosa che ho potuto valutare con i successivi romanzi, e sono sicura che ci riserverà ancora un sacco di sorprese.
C'è tutto in questo romanzo, e lo consiglio a chi ama il genere e l'amore del " per sempre".

Al prossimo mese!
Monica e Lucrezia

martedì 30 settembre 2014

Crossing Reviews #13

Buongiorno lettori!
Ritorna oggi, dopo una breve pausa dovuta alle vacanze estive, la rubrica “Crossing Reviews” in collaborazione con Lucrezia de “Il libro che pulsa”.



L'idea nasce dalla voglia di far conoscere ai miei lettori, libri diversi da quelli che vi presento di solito. Per questo motivo, alla fine di ogni mese, il mio blog ospiterà una recensione pubblicata da Lucrezia, e il suo blog farà lo stesso con una delle mie! 

In questo modo avrete la possibilità di conoscere meglio lei, e al tempo stesso di venire a conoscenza di altri libri!

Lucrezia, come sempre, ha letto tanti libri interessanti questo mese, ma una recensione mi ha colpito più delle altre e devo assolutamente postare quella.
Prima di tutto perché il libro mi interessava molto, in secondo luogo perché la recensione è NEGATIVA e penso sia giusto condividere anche quello che non ci è piaciuto.

Prima di leggerla pensavo di acquistare questo libro, dopo averla letta mi sono detta “Una volta tanto mi sono salvata e non ho buttato via dei soldi”

Il libro in questione è “Lo strano caso dell’apprendista libraia”

Esme ama ogni angolo di New York, e soprattutto quello che considera il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell'Upper West Side. Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d'inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway. Ed è lì che il destino decide di sorriderle quando sulla vetrina vede appeso un cartello: cercasi libraia. È l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare: il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino. Ma Esme non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George, che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo; Mary, che ha un consiglio per tutti; David e il suo sogno di fare l'attore. Poi c'è Luke, timido e taciturno, che comunica con lei con le note della sua chitatra. Sono loro a insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: Il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda. E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei. Esme si trova davanti a un bivio: non sa più se è quello che vuole davvero...


RECENSIONE: 


Detesto iniziare le recensioni con una premessa, perchè, quando succede, significa che quel libro non mi è piaciuto. La sensazione è brutta, mi svuota e la parte istintiva prende il sopravvento su quella razionale.
Quanto vorrei leggere dei capolavori, o comunque bei libri, per poi consigliarveli e incuriosirvi, ma spesso non sono così fortunata e tocca anche parlarvi di brutti libri. 
Cercherò di essere il più chiara possibile per spiegarvi le mie ragioni.
Avviso che potrò risultare spietata e per farlo dovrò fare anticipazioni... quindi, se intendete leggere questo libro o lo state facendo, NON LEGGETE QUESTA RECENSIONE. 
Ormai si sa, i titoli vengono quasi messi a caso e, complici delle ottime copertine, ingannano il lettore. Ti aspetti di avere tra le mani un libro che parla di amore per i libri, di una ragazza "particolare" che si avvicina alla lettura, e pensi di dare una spiegazione al titolo.
E siamo totalmente fuori strada!
Esme, la nostra protagonista, è una giovane studentessa di ventitré anni. Ha un ragazzo, se così vogliamo chiamarlo, di nome Mitchell e i suoi occhi hanno la forma di due cuoricini quando è vicina a lui.
Tutto cambia quando lei si scopre incinta e Mitchell decide di lasciarla, anche se non è ancora a conoscenza della gravidanza.
Per poter mantenere gli studi e la gravidanza, Esme trova lavoro presso La Civetta, una piccola libreria dell'usato nell'Upper West Side.
Mitchell verrà a sapere della gravidanza di Esme e cercherà di riconquistarla, chiedendole la mano.
Quale scelta prenderà Esme?

Dopo aver fatto un riassunto del libro, ecco che vado ad analizzare i vari punti.

Esme è una totale rincoglionita, con la dignità sotto le scarpe, e con un cervello da criceto. Anzi, offendo i criceti così. 
Il libro inizia con lei che deve pranzare con il suo ammmmore Mitchell. Lui è il classico tipo bello e spudoratamente ricco. Dovete sapere che il signor Mitchell non ama portarla nei ristoranti di lusso, solo al primo appuntamento, poi, per i futuri incontri, ritaglia un'ora di tempo in qualche trattoria.
Esme ancora si domanda: "ma come mai ha chiesto di uscire con me?"  o "ma come mai è interessato a me. A tipi come lui dovrebbero piacere delle modelle". Le solite palle, insomma.
Giuro che volevo abbandonare il libro già da pagina 26, quando l'autrice ci descrive Mitchell in tutta la sua stronzaggine, ma soprattutto una Esme che pende dalle sue labbra. 
Della serie: più sei stronzo e più mi piaci.
Esme, durante il suo pranzetto, ha un dubbio atroce: ma sono incinta?
Perchè il ciclo dovrebbe arrivarle proprio in quel momento e non è ancora arrivato, e allora si fa una serie di seghe mentali: ma devo dirglielo? L'abbiamo fatto solo una volta! Dopo compro un test!
Ma se ti devono arrivare oggi che cacchio vai a pensareeeeeeeeeeee! 
E mentre la sua testa si fa dei giri assurdi, ha un improvviso e intenso desiderio sessuale... non solo per Mitchell, ma anche per il cameriere e il ciccione seduto vicino alla finestra!
...
...
...
AHAHAHAHAHAHAH Ma che boiata è?!?
Esme cerca di far capire a Mitchell che, insomma, vorrebbe consumare a breve, ma cosa ottiene come risposta?
"Esme, non posso. Ho lezione alle tre!"
Scusa?!?

Ho appena descritto le prime trenta pagine, e già l'autrice mi ha stancata. Brava nelle descrizioni, ma banalissima nella storia narrata. Diciamo anche impedita.

Esme, quando scoprirà di essere incinta, decide di informare Mitchell, ma non riesce a dirglielo in tempo.
Lui ha già deciso: la vuole scaricare perchè a lui piace il sesso sporco e non la eccita.
...
...
... 
BAUAHUAHAUAHAU No, veramente sono ancora senza parole!

Allora a Esme non resta che cercarsi un lavoro e il destino la guida alla Civetta, la piccola libreria dell'usato della città.

Lì Esme troverà la sua pace, peccato che di libri ne capisca davvero poco. Non so se l'autrice non abbia giocato bene le sue carte, ma quello che mi ha trasmesso è niente. Non ho sentito questo amore per i libri, non ho sentito la passione per la lettura. Sì, ci sono delle piacevoli descrizioni e scene ambientate in libreria ma niente di più.
Pensavate di aver fatto fuori Mitchell, vero? E invece, no! ... Lui è peggio della muffa.
Rispunta all'improvviso appena scopre della gravidanza di Esme e lui, oddio oddio, le rivela di essere perdutamente innamorato di lei. (Il ragazzo ha i tempi lunghi per capire u.u)
E da questo momento in poi seguiranno una marea di CAZZATE!
Mitchell che chiede la mano di Esme.
Esme che "Oddio, ma quanto sei figo".
Mitchell che continua a fare lo stronzo.
Esme che "Facciamo sesso di continuo".
Mitchell che ha una madre ancora più stronza, e tratta Esme di cacca.
Esme che "Sono innamorata di lui".
Mitchell che le confessa di essere attratto da altre donne e vuole fare sesso a tre, mentre una donna bacia la pancia di lei.
Esme che "ma forse dovevo dire di sì, sto sfuggendo a nuove esperienze?"
Mitchell che la lascia con la scusa: Io ero incantato ma adesso mi sono svegliato dall'incantesimo. Niente matrimonio!
...
...
...
Nasce la bambina. Fine!

Allora, credo di essere stata cattiva, ma non sono riuscita a calmarmi una volta iniziata la recensione.
Lo strano caso dell'apprendista libraia poteva essere chiaramente intitolato I deliri ormonali di una bimbaminchia!
Un libro ingannevole, della libreria ci sarà qualche scena buttata a caso, giusto per ricordare "Ah, ecco perchè avevo comprato questo libro".
Non mi ha emozionato, non mi ha trasmesso nulla se non tanta rabbia e presa in giro. 
Le parti e alcuni personaggi della libreria non mi hanno minimamente toccata, sembravano un tentativo ridicolo di prenderci per i fondelli.Gli editori devono smetterla di illudere i lettori, scrivendo quarte di copertina incantevoli pur di far vendere!
L'autrice non è riuscita neanche a salvare la sua protagonista. L'ha resa stupida e irritante fino alla fine, l'ha ridicolizzata facendola correre dietro a un uomo viscido e insulso.
Mi dispiace ma una lettura pessima. Forse una più brutta del 2014.

Lu, ti ringrazio per questa tua recensione, mi hai fatto ridere fino alle lacrime e soprattutto mi hai salvato da un acquisto poco felice. 

Al mese prossimo!
Monica e Lucrezia 

lunedì 30 giugno 2014

Crossing Reviews #12

Essendo a fine mese, oggi ritorna "Crossing Reviews" In collaborazione con il blog di Lucrezia 




L'idea nasce dalla voglia di far conoscere ai miei lettori, libri diversi da quelli che vi presento di solito. Per questo motivo, alla fine di ogni mese, il mio blog ospiterà una recensione pubblicata da Lucrezia, e il suo blog farà lo stesso con una delle mie! 
In questo modo avrete la possibilità di conoscere meglio lei, e al tempo stesso di venire a conoscenza di altri libri! 

Il libro recensito da Lucrezia è un libro che voglio assolutamente leggere, me lo ha regalato la mia amica e collega Blogger Denise per Natale e sto aspettando le ferie proprio per portarlo in vacanza con me. 

Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d'altro, e di tuttora presente, in grado di colpire ancora? Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l'oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all'orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d'epoca che Abraham custodiva gelosamente. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che - protetti, ma ancora per poco, dalla curiosità del mondo e dallo scorrere del tempo - si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro?



Oggi voglio parlarvi di un libro particolare, che ho letto diverso tempo fa, ma visto che da pochi giorni è uscito il seguito, intendo rispolverare la mia memoria e magari anche la vostra.
Il libro in questione è La casa per bambini speciali di Miss Peregrine e la bambina illustrata sulla copertina altro non è che una dei tanti bambini, dotati di poteri speciali, che incontreremo nella lettura. 
A tenerci compagnia troveremo un uomo, ormai anziano, a cui piace raccontare una storia un pò speciale al suo nipote Jacob, una storia tanto bella quanto terribile al tempo stesso. 
La favola racconta di una casa situata su una piccola isola sperduta e abitata da bambini speciali, alcuni come il nonno di Jacok sono orfani ebrei , rifugiati in tempo di guerra tra le mura di questa abitazione.

I bambini in questione sono speciali perchè dotati di poteri straordinari, troveremo un ragazzo invisibile, la bambina che lievita ed è costretta sempre a mangiare legata alla sedia per non volare, una ragazza capace di generare fuoco e chi ha nello stomaco uno sciame di api che fuoriesce non appena apre bocca. 
Jacob, diventato ragazzo, fa fatica a credere alla versione raccontata dal nonno, nell'esistenza dei bambini speciali e dei mostri che li minacciavano. 
Quando il nonno chiama urgentemente il nipote per informarlo che i mostri l'hanno trovato, Jacob arriverà troppo tardi per salvargli la vita e in fin di vita gli sospirerà parole confusionarie. 

Jacob inizierà il suo viaggio , accompagnato dai ricordi delle storie del nonno, alla ricerca di quella casa per bambini speciali e per trovare il punto di collegamento tra la sua morte e quelle parole rivelate. 
Con enorme sopresa scoprirà che ogni singola parola, ogni singolo bambino e ogni singolo episodio raccontato dal nonno, è realmente esistito e ora anche lui è in pericolo perchè i mostri lo stanno cercando. 
La casa per bambini speciali è un libro molto particolare, al suo interno troviamo diverse fotografie in bianco e nero che descrivono al meglio i protagonisti e le vicende narrate, come si legge alla fine del libro sono tutte foto autentiche dell'epoca, alcune leggermente modificate per rendere più realistico il personaggio. 
Io direi che è una piccola favola dark e riesce a riunire l'elemento magico e fantastico, a quello del cupo e del malvagio. Si tratta di una lettura davvero piacevole e scorrevole.
Il finale del libro lascia l'amaro in bocca, qualcosa di lasciato in sospeso, proprio perchè il libro non è autoconclusivo, ma la Rizzoli ha appena pubblicato il seguito... quindi, niente scuse se lo volete leggere. 

Prima di decidermi all'acquisto avevo letto diverse recensioni e la maggior parte erano negative, ma nella vita da lettrice ho imparato che non sempre bisogna lasciarsi influenzare. I gusti sono soggettivi e trovo che il bello della lettura sia proprio questo: avventurarsi in nuovi libri senza aspettarsi troppo. Leggere e basta, provarci e vedere se può stupirci. Un libro è un viaggio e siamo noi i protagonisti, quindi allontaniamo i giudizi e, se quella lettura ci ispira, proviamoci... mal che vada non resteremo con il dubbio di non aver tentato.
Questo libro l'ho amato dalla prima all'ultima pagina, mi sono lasciata cullare dalle parole del nonno di Jacob e ho visualizzato ogni singolo bambino speciale. Ho fantasticato su quella casa e sulla sua direttrice, e immaginato quel  mondo fatto di pura magia e felicità. 
Per concludere vorrei complimentarmi con l'autore per aver ideato questo libro, magari non troppo originale, ma grazie a quelle fotografie ,che si incastrano perfettamente nella narrazione, hanno reso la storia davvero speciale.

Non vedo l'ora di potermi dedicare a questo libro *_* Chi di voi lo ha già letto? Fateci sapere cosa ne pensate!!
Al prossimo mese
Monica e Lucrezia

sabato 31 maggio 2014

Crossing Reviews #11

Dopo la pausa del mese scorso ritorna la rubrica "Crossing Reviews" in collaborazione con Il libro che pulsa di Lucrezia. 


L'idea nasce dalla voglia di far conoscere ai miei lettori, libri diversi da quelli che vi presento di solito. Per questo motivo, alla fine di ogni mese, il mio blog ospiterà una recensione pubblicata da Lucrezia, e il suo blog farà lo stesso con una delle mie! 


In questo modo avrete la possibilità di conoscere meglio lei, e al tempo stesso di venire a conoscenza di altri libri!

Questo mese ho scelto la recensione di un libro che voglio leggere da tempo, ho visto il film, ma in tanti mi hanno detto che il libro è anche meglio! 
Lascio subito la parola a Lucrezia. 

RECENSIONE: IL LATO POSITIVO DI MATTHEW QUICK

Titolo: Il lato positivo
Autore: Matthew Quick
Editore: Salani
Pagine: 290
Prezzo: € 14,90


Pat Peoples è convinto che la sua vita sia un film prodotto da Dio. La sua missione: diventare fisicamente tonico ed emotivamente stabile. L'inevitabile happy end: il ricongiungimento con la moglie Nikki. Questo ha elaborato Pat durante il periodo nel 'postaccio', la clinica psichiatrica dove ha trascorso un tempo che non ricorda, ma che deve essere stato piuttosto lungo... Infatti, ora che è tornato a casa, molte cose sembrano cambiate: i suoi vecchi amici sono tutti sposati, gli Eagles di Philadelphia hanno un nuovo stadio ma, soprattutto, nessuno gli parla più di Nikki, e anche le foto del loro matrimonio sono scomparse dal salotto. Dov'è finita Nikki? Come poterla contattare, chiedere scusa per le cose terribili che le ha detto l'ultima volta che l'ha vista? E come riempire quel buco nero tra la litigata con lei e il ricovero nel postaccio? E, in particolare, qual è la verità? Quella che ti fa soffrire fino a diventare pazzo, o quella di un adorabile ex depresso affetto da amnesie ma colmo di coraggiosa positività? Pat guarda il suo mondo con sguardo incantato, cogliendone solo il bello, e anche se tutto è confuso, trabocca di squinternato ottimismo, fino all'imprevedibile finale.


Ho deciso di leggere questo libro prima di vedere il film al cinema, che non nego di aver adorato.
Con maggiore documentazione ho constatato che il titolo originale era "L'oro argenteo delle nuvole" e libro d'esordio di Matthew Quick. 
Leggendo la storia, posso dire di preferire di gran lunga il titolo originario, mentre il lato positivo, per quanto bello, regala qualcosa di meno poetico alla narrazione. 
Non ho resistito.Appena questa meraviglia è arrivata tra le mie mani, ho dovuto iniziare subito la lettura ed è stata una piacevole scoperta. 
Sono stata totalmente rapita da questo libro. Incantata e drogata. Magnetizzata dal nero inchiostro, le pagine scorrevano velocemente una dopo l'altra. In pochissimo tempo sono arrivata ai ringraziamenti ed è stato un duro colpo. In poche ore questo libro mi ha regalato molte emozioni e spegnerle all'improvviso cosi, come candeline su una torta, mi ha tolto il fiato. 
Il lato positivo(userò il titolo della ristampa) è un libro maledettamente folle, tanto da farti sentire fuori luogo.Una mosca bianca. 
Dalle prime pagine facciamo conoscenza di Pat,un paziente internato dentro una specie di struttura psichiatrica che lui definisce "il postaccio". 
Il lettore è totalmente ignaro delle motivazioni che hanno spinto il protagonista a farsi ricoverare e ancor meno sappiamo sulla moglie Nikki, che lui attende con ansia di poter riabbracciare. 
Dopo quasi quattro anni, Pat riesce a respirare nuovamente il senso di libertà. Può tornare a casa. 
Inizia il racconto di un uomo e del difficile rientro a casa dei genitori e all'interno della società. Sono passati quattro anni, ma per lui sembrano solo pochi mesi. 
Dovrà imparare ad attutire i colpi dei cambiamenti, sia sul piano famigliare che su quello sociale.
Pat si allena duramente. Vuole avere un bel fisico , come quello da adolescente, per far nuovamente colpo sulla moglie. Attende impaziente il giorno che tornerà da lui. Lo sogna . Ci crede. 
Non capisce il perchè siano sparite tutte le foto della moglie e del matrimonio. Non capisce perchè tutti evitano di tirare fuori il suo nome. 
Pat farà conoscenza del psichiatra Cliff, lo aiuterà a tirar fuori i suoi pensieri e ad essere più un suo confidente e amico che un paziente. 
Conoscerà Tiffany, una giovane donna alle prese con una vita complessa e ,agli occhi di Pat , quasi incomprensibile. Lui non vuole alcun tipo di contatto o amicizia femminile. Non può fare un torto a Nikki, in fondo lei è ancora sua moglie. 
L'autore riesce a far emergere e descrivere un grave disturbo mentale del protagonista. 
Riesce a farlo senza essere mai troppo scontato e banale. Dimostra una grande padronanza della situazione e si avvicina al lettore utilizzando un lessico accessibile e non esageratamente ricercato. 
Descrive un uomo affetto da una forma di amnesia. Pat ha rimosso la motivazione per la quale è stato internato e la sua anima non potrà trovare pace fino al momento che capirà alcune cose. Dovrà essere pronto. Dovrà affrontarle di petto. 
Pat è convinto che il lieto fine ci deve essere per forza. Tutti gli incontri che farà saranno fondamentali per aprire gli occhi e per migliorarsi, nulla succede per caso. 
Il tema di base, su cui si articola l'interno romanzo, è il ritrovare Nikki. Una vera e propria ossessione. Il punto essenziale per andare avanti e affrontare tutti gli ostacoli. L'amore è la chiave, Nikki è la sua unica fonte di speranza. 
Con l'evoluzione della storia, Pat capirà che la vita è molto diversa dalla sua visione. Non sempre può essere un film a lieto fine. Magari, può essere sempre con un finale felice ma diverso dalle nostre aspettative. 
Ho amato diversi passi di questo libro. Ho adorato Pat e il rapporto tormentato e divertente con Tiffany. 
Mi sono seduta insieme a Pat nello studio di Cliff per assistere alle loro sedute. Mi sono distesa sulla poltrona in ecopelle, lasciandomi trasportare dai suoi racconti. 
Ho fatto il tifo per gli Eagles, una squadra di football che manco conosco. Mi sono arrabbiata con il padre di Pat, un uomo che ha smesso di apprezzare tutte le cose belle che la vita gli offre. Inclusa la moglie. 
Ho sorriso di fronte alle critiche sulle letture di Pat. Infatti, il protagonista si ribella al sistema scolastico che porta a leggere libri che non hanno mai un finale felice, sono pieni di pessimismo e depressi. 
C'è bisogno di speranza, di un piacevole finale. 
Mi sento di consigliare il libro perchè è una lettura follemente bella. Riesce ad entrarti dentro, a trascinarti nella mente del protagonista e rivivere con lui ogni singolo momento. Leggere il libro e addentrarsi nella vita di Pat è come rinascere per la seconda volta.

Chi di voi lo ha letto? Chi ha visto solo il film? Fateci sapere!
Al mese prossimo
Monica  e Lucrezia

martedì 1 aprile 2014

Crossing Reviews #10

Con un giorno di ritardo,oggi ritorna "Crossing Reviews" In collaborazione con il blog di Lucrezia "Il libro che pulsa "




L'idea nasce dalla voglia di far conoscere ai miei lettori, libri diversi da quelli che vi presento di solito. Per questo motivo, alla fine di ogni mese, il mio blog ospiterà una recensione pubblicata da Lucrezia, e il suo blog farà lo stesso con una delle mie! 


In questo modo avrete la possibilità di conoscere meglio lei, e al tempo stesso di venire a conoscenza di altri libri!

Anche questo mese non ho avuto problemi a scegliere la recensione di Lucrezia. Le sue parole mi hanno convinta immediatamente ad aggiungere questo libro nella mia Wish List. 


Titolo: La gente felice legge e beve caffè
Autore: Agnès Martin-Lugand
Pagine: 216
Prezzo: € 16,90
Editore: Sperling & Kupfer

Una giovane protagonista colpita da un’assurda tragedia. La lenta e silenziosa, diffidente e impegnativa elaborazione del dolore e poi lo scatto verso una nuova vita: Diane si trasferisce in Irlanda, a Mulranny, e nella nuova verde cornice incontra persone che sanno aiutarla. Caratteri un po’ ruvidi, ma attraenti, che la guidano verso la sperimentazione di altri modi di accostarsi alla vita, altre letture, altre riflessioni e emozioni. La formazione dell’autrice, che è psicologa, i suoi studi e la sua esperienza di ascolto, diventano in questo romanzo d’esordio il sostegno di una scrittura accurata, introspettiva e palpitante.

La gente felice legge e beve caffè è il romanzo d'esordio della scrittrice francese Agnès Martin-Lugand che, dopo numerosi rifiuti da parte delle case editrici, ha deciso di autopubblicarsi e in pochissimo tempo ha venduto migliaia di copie.
Un successo incredibile, tanto da farne un adattamento cinematografico e con i diritti ceduti a ben 18 paesi.
Il titolo del libro prende il nome dal caffè letterario gestito da Diane, la nostra protagonista, aiutata dal suo inseparabile migliore amico Felix.
La vita di Diane è sconvolta dalla perdita del marito e della figlia Clara, in seguito a un terribile incidente alla vigilia di una partenza per le vacanze. Diane doveva e voleva essere lì con loro. Almeno poteva morire anche lei con un sorriso stampato sul viso, tra risate e canzoni.
Niente ha più il significato di prima, niente le regala la voglia di vivere dopo aver perso la sua famiglia. Una perdita che la logora dall'interno e la priva di ogni forza di lottare per se stessa..
La mancanza è terribile, è palpabile nella casa dove vive ed è troppo da sopportare.
Un anno è passato e Diane si trova di fronte a una decisione: o abbandonare la sua routine quotidiana da eremita o decidere di proseguire per una strada fatta solo di ricordi.
Diane sceglie la prima, con molta difficoltà, e decide di trasferirsi in un piccolo paese sperduto in Irlanda, perchè il defunto marito Colin aveva espresso il desiderio di fare un viaggio in quel luogo.
In quel cottage Diane dovrà fare i conti del passato e decidere se provare a ricominciare.
L'inizio non è facile ed è più semplice murarsi in casa, piangendo e riempirsi di rimpianti invece di affrontare la realtà. Poi se ci mettiamo anche come vicino di casa un uomo glaciale, burbero e maleducato?
 
La gente felice legge e beve caffè è un romanzo che ho adorato, nonostante tutto. Anche se è un libro breve, leggero, con protagonisti poco approfonditi e altri piccoli/grandi difetti. 
Rappresenta quel tipo di lettura che amo e che mi fa emozionare, che mi travolge e mi costringe a divorare ogni pagina senza prendere fiato.

In questo romanzo c'è tutto quello che mi serve.
Ho sentito l'energia di Diane ed Edward fin dal momento del loro incontro, ho respirato l'odore della paura, della solitudine, ma anche il profumo delle emozioni e della dolcezza che si sprigiona.

Vorrei dirvi che questo è un romanzo impegnativo, difficile e perfetto. Davvero, vorrei dirvi tantissime cose per farvi capire che è una piccola perla, ma è una bugia.

Questo non sarà mai un capolavoro della letteratura ma è talmente umano, bello e commovente che si deve prendere per com'è.

Quando un libro mi entra dentro e si lascia leggere con questa facilità è giusto dire che non mi lascia indifferente.
Anche se l'inizio è legato a un lutto ed è denso di dolore, il romanzo lascia subito spazio alla rinascita e a un finale quasi inaspettato.
Una pecca è sicuramente legata al titolo, purtroppo poco si parla di lettura e del caffè letterario. Una pubblicità troppo grossa rispetto a quello che il romanzo propone. 
La gente felice legge e beve caffè sprigiona luce e buio assieme, ti ammalia e ti conduce verso un luogo dove esistono le seconde occasioni. Basta saperle cogliere.

Ditemi voi se dopo una recensione del genere posso evitare di leggere questo libro? Probabilmente, come ha scritto Lucrezia, non sarà il libro dell'anno, ma ogni tanto ci vogliono anche quelle letture non perfette che tuttavia ti entrano nel cuore. 

Al prossimo mese.
Monica e Lucrezia 

venerdì 28 febbraio 2014

Crossing Reviews #9

Siamo alla fine del mese e oggi ritorna  "Crossing Reviews" In collaborazione con il blog di Lucrezia "Il libro che pulsa "




L'idea nasce dalla voglia di far conoscere ai miei lettori, libri diversi da quelli che vi presento di solito. Per questo motivo, alla fine di ogni mese, il mio blog ospiterà una recensione pubblicata da Lucrezia, e il suo blog farà lo stesso con una delle mie! 


In questo modo avrete la possibilità di conoscere meglio lei, e al tempo stesso di venire a conoscenza di altri libri!

Questo mese, Lucrezia ha letto dei libri davvero interessanti, ma la recensione che mi ha colpito di più è stata quella di "La piramide del Caffè" di Nicola Lecca.



Titolo: La piramide del caffè

Autore: Nicola Lecca
Casa Editrice: Mondadori



Pagine: 233


Prezzo: € 17,00
  
A diciotto anni, Imi ha finalmente realizzato il suo sogno di vivere a Londra. A bordo di un vecchio treno malandato ha lasciato l'orfanotrofio ungherese dove ha sempre vissuto e, nella metropoli inglese, si è impiegato in una caffetteria della catena Proper Coffee. Il suo sguardo è puro, ingenuo e pieno di entusiasmo: come gli altri orfani del villaggio di Landor, anche lui non permette mai al passato di rattristarlo, né si preoccupa troppo di ciò che il futuro potrebbe riservargli. Le tante e minuziose regole che disciplinano la vita all'interno della caffetteria - riassunte nel Manuale del caffè cui i dirigenti della Proper Coffee alludono con la deferenza riservata ai testi sacri - gli sembrano scritte da mani capaci di individuare in anticipo la soluzione a qualsiasi problema pur di garantire il completo benessere di impiegati e clienti. La piramide gerarchica che ordina la Proper Coffee sembra a Imi assai più chiara e rassicurante del complesso reticolo di strade londinesi. Dovrà passare molto tempo prima che Imi - grazie al cinismo di un collega e ai consigli della sua padrona di casa - cominci a capire la durezza di Londra e la strategia delle regole riassunte nel Manuale del caffè. Tanto candore finirà per metterlo in pericolo: e sarà allora Morgan, il libraio iraniano, a prendersi a cuore il destino di Imi, coinvolgendo nel progetto Margaret, una grande scrittrice anziana e ormai stanca di tutto, ma ancora capace di appassionarsi alle piccole storie nascoste tra le pieghe della vita.










Questa è la storia di un piccolo orfanotrofio di Landor, situato al confine tra Ungheria e Austria, e del sogno di un giovane ragazzo di nome Imi.
I ricordi del giovane protagonista rivivono grazie alle parole dell'autore, e ci conducono in un luogo lontano fatto di privazioni, ma anche di piccole felicità inaspettate.
Una felicità che appartiene alle piccole e più insignificanti cose, di quelle che fanno battere il cuore e solleticare la vita.
Il momento della sera è quello preferito tra gli orfanelli perchè il silenzio irrompe nelle stanze e loro possono essere liberi di sognare, senza timore che qualcuno possa frenarli.
Imi desidera saziare la sua sete di curiosità e questo lo spingerà a trasferirsi nella grande città di Londra, ospitato dalla signora Lynne, e trovando un lavoro come commesso nella famosa catena di caffè "Proper Coffee".
Imi è felice, finalmente la vita ha deciso di sorridergli e di regalargli una nuova chance... ma è tutto oro ciò che luccica?
Imi è puro, un'anima innocente e ancora non preparata alla verità. Svolge con estremo entusiasmo il suo umile lavoro all'interno della Proper Coffee, che mette a disposizione del personale un manuale pronto a risolvere ogni dubbio e per analizzare il corretto comportamento di un dipendente all'interno dell'azienza.
Molto presto si accorgerà che la realtà è molto lontana da quello che i suoi occhi vogliono vedere e, aiutato da fedeli protagonisti secondari, capirà tutti gli inganni che si celano dietro alla sua azienda e non solo.
False promesse, verità non dette e puro materialismo si celano sotto la bellissima maschera della Proper Coffee, e questo mondo non appartiene al giovane Imi.
Proprio lui che non pensa alle conseguenze e rischia di mettersi nei guai per dire sempre ciò che pensa, proprio lui che è un buon amico e pronto a guardare il lato positivo delle cose.

La piramide del caffè è un vortice di felicità che ti intrappola e ti sballottola da una parte all'altra. Ti tiene in pugno con una semplicità quasi surreale, e ti racconta, con una magnifica melodia, una favola moderna fatta di sentimenti umani.

Ogni protagonista è perfetto e, anche se non particolarmente caratterizzato, determinante ai fini della storia. Tutti sono indispensabili per amare questo libro e lo stesso autore è fondamentale per smuovere questo periodo di crisi. 

In questo libro c'è vita con la V maiuscola.

Non si può chiudere il libro senza essere investiti in positivo, senza essere travolti da una felicità inaspettata, ricca di importanti spunti di riflessione.
Una storia lieve, ma al tempo stesso potente. Una di quelle storie piene di semplicità e di bontà che mancano ai giorni nostri, vittime ormai di un sistema ingiusto e che vuole sempre di più.
Imi non conosce la ricchezza e non bada a certe frivolezze perchè sa che la ricetta della felicità sta nelle piccole cose. Credo che questo libro, anche se non reale, possa fornirci la chiave per la corretta apertura mentale, per ricordarci che pensare con il cuore , a volte, può far realizzare tutto quello che non crediamo possibile.

Inutile dire che questo libro entra subito nella mia Wish List, le parole di Lucrezia mi hanno convinta! 
Al mese prossimo
Monica e Lucrezia