martedì 17 aprile 2012

La vita sulle ali della libertà

Cari lettori, 
oggi pomeriggio vorrei proporvi qualcosa di diverso. Per chi conosce questo blog e lo frequenta assiduamente, sapete che mio marito ed io siamo amanti dei grandi viaggi  e che abbiamo un progetto in mente .. cioè quello di lasciare l'Italia e aprire un B&B nel nord della Francia. 

Proprio per questo quando siamo venuti a conoscenza della storia che stiamo per raccontarvi abbiamo voluto farci spiegare dai protagonisti cosa vuol dire lasciare tutto per inseguire un sogno!

Certo la loro scelta di vita è un po' diversa dalla nostra ma vi consiglio caldamente di leggerla perchè merita attenzione. 

L'articolo e l'intervista che seguono sono state curate da Davide.. spero che siano di vostro gradimento!

"Mi è capitato di recente, parlando con una mia collega al lavoro, di scoprire che certi suoi amici vivevano su una barca, navigando sottocosta nelle acque antistanti l’America centrale.

Questa notizia mi ha molto incuriosito,  so che ognuno di noi attribuisce valenze diverse ,in base al proprio vissuto ,alle cose che ci circondano, ma questo stile di vita sta al nostro come lo zenit sta al nadir.

Ossia sono all’opposto. Noi “cittadini”interpretiamo le nostre vite all’interno di scatole di cemento che chiamiamo case,attenendoci alle regole scritte e non ,imposte dalla società.

Spesso tali regole non le riteniamo giuste, ma non abbiamo la forza di rompere quel legame embrionale che ci tiene legati ad esse, quindi l’aver appreso che persone reali in carne ed ossa sono riuscite a rompere gli schemi mi ha fatto capire che la vita libera in comunione con gli elementi primordiali della natura non è un utopia ma è una cosa tangibile .

Il passo successivo è stato mettersi in contatto con loro. La mia collega Deborah mi ha detto che era possibile contattarli tramite il loro blog 

A zonzo per il mondo in trimarano



Così è stato, e la conseguenza è l’intervista che è seguita. Credo sia giusto prima di proseguire con le domande e risposte farvi una breve presentazione dei due ragazzi che sono protagonisti di questa magnifica esperienza:,si chiamano Francesco e Sara .

Francesco ha svolto un lavoro per diversi anni come qualunque altra persona al mondo , poi ha concretizzato il sogno che aveva fin da piccolo .Sara dopo la laurea aveva deciso di prendersi un anno sabbatico per girare un po’ il mondo, hanno unito le due cose e cosi sono sei anni che navigano a zonzo.

Come prima domanda e risposta voglio farvi leggere questa considerazione fatta da Francesco e pubblicata sul loro blog 

Spesso ci capita che vari conoscenti, quando si parla della nostra scelta di vita, ci dicano "Beati voi!" cio' sottende in altre parole alla domanda, che mai ci rivolgono direttamente, ma invece porgono ai nostri parenti o amici piu' stretti "Ma come fanno senza lavorare?" ovvero "Sono ricchi?". 

Vorrei dare di seguito in questo mio primissimo post risposta a questi interrogativi.
Anticipo che il costo di una barca come Damiana e' la meta' o meno di un monolocale a Bologna, giusto per mettere in prospettiva le considerazioni che seguono.
Quando ero, cosi' si dice, produttivo ricevevo uno stipendio o mi guadagnavo da vivere professionalmente come tanti.
Anno dopo anno, facendomi i conti in tasca, sia come impiegato che come lavoratore autonomo, ho verificato che il guadagno lordo di ognuno di noi viene decurtato come segue:

Tasse 30-40%
Affitto o Mutuo 20-30%
Servizi 10-20%

Per i piu' fortunati che gia' posseggono casa la seconda voce e' da omettere e vedranno dal 40% al 60% dei loro guadagni andarsene.
Per chi e' in affitto o sta acquistando casa il drenaggio va dal 60% fino al 90%.
Tradotto in tempo lavoriamo da 4,8 mesi fino a 10,8 mesi all'anno per devolverli in vari modi.
Ci troviamo a dedicare da meta' alla quasi interezza del tempo lavorativo per avere il privilegio di stare nell'ambiente produttivo.
Ho quindi pensato di provare a rinunciare a questo privilegio e valutare le alternative.

Con i risparmi ho comprato Damiana, la nostra casa "viaggiante".
Guadagnando praticamente nulla, pago in proporzione pochissime tasse.
Niente piu' affitti o mutui.
Quanto ai servizi, non abbiamo bisogno di riscaldamento, il vento ed il sole ci forniscono elettricità, abbiamo qualche spesa per telefonare ai genitori per fargli sapere che stiamo bene, consumiamo qualche litro di gasolio all'anno per far manovra nei porti, capita ogni tanto qualche spesa straordinaria per la manutenzione.
Per destrezza e magia il vento ci spinge gratuitamente per migliaia di chilometri.

Per mangiare si pesca ed il costo degli alimentari nella maggioranza dei Paesi che visitiamo e' estremamente limitato, circa 150-200 Euro al mese per due persone inclusi alcolici e carne che sono le voci piu' costose.

L'immagine da spot pubblicitario della vita da nababbi a bordo di uno yacht di lusso e' assai lontana dalla nostra, fatta di frugalità e duro lavoro da marinai di un tempo.
E' nostra profonda convinzione che la maggior parte dei nostri amici, parenti, e conoscenti non resisterebbero molto a queste condizioni di vita poichè rinunciare all'ovatta delle societa' industrializzate e' cosa assai difficile, simile alla difficoltà per molti di smettere di fumare o di disintossicarsi dall'eroina o psicofarmaci.
Ed e' vero anche che e' una questione di gusti, e che la vita in barca a vela deve veramente piacerti, motivo per cui mi ritengo fortunato (ed a maggior ragione ad avere una sposa con gli stessi gusti).
Questa scelta di vita mi ha premiato in due modi particolari: innanzitutto, ora ho tanto tempo da dedicare a mia moglie e a pensare a cio' che voglio invece che a cio' che mi porta o puo' portare guadagno; poi il contatto con la natura e tanta gente che non avrei altrimenti mai incontrato e' inestimabile.
Francesco”

E per finire ecco le domande che abbiamo posto a Sara e Francesco : 

1) qual'è la cosa che vi manca di più della vita sulla terraferma

Francesco: decisamente nulla, ma parlando di aspetti marginali legati alla vita professionale prededente direi la possibilità di andare al cinema ed il fatto che ancora non esiste internet con banda larga in mare aperto.
Sara: sembrerà banale, ma la cosa che mi manca di piu' e' avere a disposizione nuovi libri da leggere. In barca per ovvi motivi di spazio e di peso non possiamo avere una biblioteca molto assortita, nei marina l'interscambio offre una scelta di titoli limitata anche se si ha la possibilta' di leggere molto in lingua originale e purtroppo gli e-book consumano preziosa energia.


2) Com'è la vostra giornata tipo in barca?

Sara e Francesco:  Se siamo in navigazione la giornata inizia con la fine del turno di notte di Sara, solitamente dopo l'alba. Francesco si sveglia, fa colazione e controlla la rotta, mentre Sara torna a letto per un paio d'ore. In funzione del tempo atmosferico la navigazione puo' essere dall'andare alla deriva senza vento al mettesi alla cappa per via delle tormente. Se il tempo e' buono e la barca non ha bisogno di continue regolazioni, leggiamo in pozzetto, spesso ad alta voce quando il libro è di comune interesse. Le ore centrali della giornata passano cercando di acchiappare pesci con traine, ascoltando musica e bollettini metereologici, studiando, facendo riparazioni/manutenzione e preparando i pasti. Dopo il tramonto Francesco inizia il suo turno fino l'1 del mattino.

All'àncora spesso scendiamo a terra, visitando sia posti deserti che remoti villaggi, ma anche luoghi turistici ed affollati porti commerciali. Se visitiamo un luogo abitato, cogliamo l'occasione per rifornirci di frutta e verdura fresca, acqua e carburante. Se il tempo e la temperatura dell'acqua lo consentono Francesco si dedica allo snorkeling e alla pesca subacquea, nonche' alla pulizia del fondo.
A volte, se possiamo lasciare la barca al sicuro facciamo escursioni nell'interno prendendo gli autobus o noleggiando veicoli. La sera, dopo cena, ci concediamo uno o più film sul PC portatile se i pannelli solari e il generatore eolico hanno caricato sufficiente energia. Se capita l'occasione socializziamo con altri croceristi di passaggio con reciproci inviti a cena o barbeque sulla spiaggia.

Se invece come ora siamo in porto attraccati ad un molo per riparazioni, la vita in barca non e' poi molto differente da quella a terra: abbiamo internet, acqua, elettricità, possibilita`di far provvista giornalmente e lavare i panni.


3) Come è maturata la vostra scelta di cambiare vita?

Francesco: era il mio desiderio da quando ho scoperto la vela ad 11 anni, e le letture di autori come Bernad Moitessier ( http://en.wikipedia.org/wiki/Bernard_Moitessier ) mi hanno convito di farlo prima di essere troppo malandato.
Sara: da tempo pensavo di prendermi un periodo sabbatico per viaggiare e conoscere altri luoghi e culture, nella mia testa l'idea era quella di un'avventura a piedi con lo zaino in spalla però quando Francesco mi ha proposto l'idea della barca a vela ho pensato che poteva andare bene ugualmente!


4) Le vostre famiglie come hanno reagito alla vostra decisione?

Francesco: hanno sempre desiderato che fossi felice ed assecondato le mie decisioni che mi hanno portato a vivere e lavorare in diversi continenti. E dopo aver lavorato sodo realizzare i propri sogni appare auspicabile.
Sara: direi che all'inizio non l'hanno presa proprio benissimo. Lasciare il lavoro dopo anni di studio per vagabondare in giro per il mondo non stava certo tra le loro più rosee aspettative per il mio futuro. Col tempo però credo abbiano capito ed ora sono contenti della mia scelta.


5) ogni tanto tornate in Italia?

Sara e Francesco: solitamente una volta all'anno per salutare amici e parenti, però è capitato di stare lontani per periodi più lunghi.


6)Quali sono ora le vostre priorità?

Francesco: in generale le stesse di sempre. Ora nello specifico il benessere di Sara. Poi il benessere di tutti i miei cari.
Sara: Essenzialmente non sono cambiate: cercare di crescere imparando cose nuove ogni giorno, vivere in una dimensione serena e naturale, trascorrere più tempo possibile con la persona che amo.


7) Il problema della pirateria vi ha mai posto dei limiti o creato dei problemi?

Sara e Francesco: per noi non è stato un problema fin'ora. C'è da dire che si tratta di un fenomeno circoscritto ad aree molto limitate dove la povertà spinge alcune persone a fare cose che altrimenti non farebbero allo scopo di cercare un sostentamento per sè e le proprie famiglie. Tali zone sono vicino il Corno d'Africa, nel Mar Giallo, e sporadicamente nei Caraibi Meridionali di fronte al Venezuela. Paradossalmente, siamo molto più preoccupati della nostra incolumità quando andiamo in giro in Italia o in altri Paesi cosiddetti sviluppati.


8) Mi sembra di capire che il vostro cambiamento di vita sia frutto di un'attenta analisi piuttosto che di un'impetuosa decisione.. come vi ponete verso il futuro? Fate progetti o vivete alla giornata?

Francesco: sono cresciuto in una società con una cultura di programmazione dove le aspettative individuali sono centrali, ma il 80% della popolazione mondiale vive alla giornata: questo è andato avanti per decine di migliaia di anni, è la normalità. Viaggiare e venire a contatto con la normalità, cioè con la realtà prominente, aiuta a "sprogrammarsi" un poco. Inoltre constatare ripetutamente che chi ha meno aspettative è piu felice, per via di meno delusioni e stress, è assai educativo. In futuro spero di comunicare ai miei figli di prendere la vita con il giusto equilibrio tra programmazione e contemplazione.
Sara: l'idea di guardare troppo in là nel futuro mi rende ansiosa. Preferisco prendere le cose così come vengono tenendo la mente allenata ai cambiamenti di programma e destinazione.Certo qualche progetto di massima per il prossimo futuro lo facciamo, ma senza pensarlo troppo come certezza, le cose possono cambiare.

Grazie mille a Sara e Francesco per la loro disponibilità, se avete qualche domanda da rivolgergli non abbiate paura.. gliele faremo avere e loro saranno lieti di rispondervi





3 commenti:

  1. Come ha detto giustamente (zio) Davide, la cosa più difficile, per molte persone, è recidere quel cordone che ci tiene ancorati alla terraferma, sia letteralmente sia ad indicare qualsiasi luogo, situazione, che non riusciamo ad allontanare da noi, per comodità, per paura, per pigrizia, spesso lamentandoci di quanto sia monotona, difficile, ingiusta la nostra vita.
    Personalmente non avrei mai fatto la scelta di Sara e Francesco, nonostante io ammiri il loro coraggio e, soprattutto, la capacità di portare avanti questo stile di vita, ma da loro dovremmo imparare che pensare al nostro benessere, alla nostra felicità, ai nostri sogni, non è un atto di "egoismo" e coloro che ci vogliono bene, prima o poi, capiranno le nostre scelte. E per me è questa la cosa più difficile.

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  2. Grandissima ammirazione per Sara e Francesco. Non tanto per aver fatto questo tipo di scelta che per me sarebbe impensabile per tanti motivi, ma per il coraggio e l'apertura mentale che hanno dimostrato intraprendendo questo “viaggio” che non è certo una vacanza. Stimo tantissimo chi riesce a dare alle cose il giusto valore, chi non si lascia soffocare dalla vita e vuole viverla, intensamente e semplicemente, ogni giorno. Bello bello questo post, complimenti!

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  3. Ragazze sono felice di trovare i vostri commenti, credo che l'esperienza d vita di Francesco e Sara sia davvero da raccontare, anche io li ammiro tantissimo per aver comunque creduto fino in fondo al loro sogno.. questo mi da forza per credere nel mio e che se veramente lo voglio posso realizzarlo!

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