Con un po' di ritardo sulla tabella di marcia (ritardo per il quale ci scusiamo) ecco il nuovo articolo di "Ritratto di Signora".
Questo mese a tenerci compagnia con le sue parole è la nostra Clara, con una frizzante rivisitazione del personaggio di Cleopatra.
Lascio subito a lei la parola.. buona lettura!
Questa è una storia che fa brutto.
Anzi, non brutto, proprio brutto brutto,
eh.
Sedetevi, prego.
Siamo negli anni 50, ma non quelli in cui
si cotonavano i capelli e si metteva l'eyeliner.
No, nemmeno quelli in cui si andava in
giro col decolletè in bella vista, anche se questo racconto è ambientato in un
paese dove faceva un caldo bboia e quindi per forza che tutte uscivano con la
mercanzia al vento.
Dai, indovinate dove siamo.
Chi ha detto Canicattì? No, sbagliato.
Manco Rio de Janeiro, no.
Amici, romani, concittadini: siamo in
Egitto. E tra un po' capirete perchè c'ho inserito quel “romani”.
Dunque, Egitto. Non c'erano I cammellieri
che cercavano di scroccare soldi ai turisti giapponesi davanti alle Piramidi,
non c'erano I venditori di stampe su finta pergamena made in China, non c'erano
gli hotel a cinque stelle in cui comunque è meglio non mangiare polpette perchè
si sa che che non si è mai sicuri di quello che ci mettono dentro 'sti
benedetti cosi (che magari va a finire come quando ti prendi quelle dell'Ikea e
scopri di esserti pappato il cavallo preferito di Moira Orfei)...però c'era il
Nilo, e c'erano le casettine belline di fango, e c'era tanto, tanto scazzo
nell'aria. E perchè mai, direte voi, 'sti egiziani c'avevano da stare
imbronciati?
C'avete ragione mortacci loro, io sono
qua in mezzo alle risaie e alla nebbia e loro lì beati e hanno pure il coraggio
di stare sversi, hanno.
Eh, amici, il fatto è che brutte cose
brutte assai si prospettavano per il paese: sul trono sedeva Tolomeo XIII,
detto “u strunz”.
Tolomeo era più viscido di una lumaca,
anche se sicuro sicurissimo lui manco sapeva cosa fossero le lumache, perchè se
una lumaca diceva alla sua famiglia “Cia' regà, me ne vado in vacanza in
Egitto” dopo due minuti in spiaggia sotto il sole diventava più secca e
grinzosa di un hamburger del Mc Donald's.
Dicevamo, il nostro Tolomeo aveva, a quel
tempo, dato ospitalità a Pompeo, triumviro romano, nemico ed ex socio del
celebre Cesare e fondatore della famosa compagnia calzaturiera “Pompea no
stress”.
Gli affari di recente non erano andati
molto bene, e così Pompeo aveva deciso di dare una bella lezione a Cesare a
Farsalo, così quel burino avrebbe capito quale terribile sbaglio aveva commesso
a non voler mettere in commercio le
calze-per-i-vegani-calde-come-quelle-di-lana-ma-non-di-lana.
Oh sì, avrebbe pagato quell'errore col
sangue.
Peccato che Pom, vuoi per il troppo
stress, vuoi per i troppi Mc Bacon che si era magnato mentre guardava gli
spettacoli al Colosseo, venne miseramente sconfitto in quel triste giorno del
48 e corse a chiedere asilo in Egitto.
“Oh, caro, caro Pompeo – disse Tolomeo –
ma certo che ti offrirò la mia protezione! Aspetta, aspetta, è una svendita di
calze all'ingrosso quella che vedo là dietro??”
Manco il tempo di girarsi e il nostro
amico era già stato decapitato. Più senza testa di Maria Antonietta e più
sfigato di Paperino, un minuto il romanaccio stava a provarsi autoreggenti e
quello dopo puf!, sparito.
Tolomeo, gonfio di orgoglio, era già
tutto ringalluzzito al pensiero di presentare la testa a Cesare su un piatto
d'argento, sicuro di ingraziarselo.
Peccato che il buon Cesare non apprezzò
per nulla quel gesto e lo trovò immensamente scortese, perchè ok che ogni paese
ha le sue tradizioni, ma non è buona educazione tagliare la testa agli ospiti,
e su questo non ci piove.
Quando l'egiziano gli portò il capo
dell'ex triumviro, il generale romano mise in pausa la partita Lazio-Juve su
Skype e, ci tramandano le fonti, pronunciò tali parole: “Ah Tolomè, io uno più
burino di te non l'ho mai visto! Nun se fa così, ecco, provace n'antra vota e
te spiezzo in due. Mo famo 'na cosa, io governo l'Egitto, tu te ne stai buono e
muto sul trono e non rompi er BIIIIP e tutti semo felici. Ah, e domani voglio
vedere te e tua sorella Cleopatra qua nel mio palazzo. Ora vattinne che c'è il
servizio della D'Urso su Totti e la Blasi e Scianel, sciò”.
Alt! Fermi tutti! Se vi state chiedendo:
1) Ma che sta a dire
questa?
2) Ma si droga?
3) Non dovevamo parlare di
signore, signorine e compagnia bella?
Nell'ordine vi posso rispondere:
1) Era un preambolo, e
fatevi una bella iniezione di pazienza, cheddiamine.
2) No. O forse mi drogo
troppo per ricordarmi che mi drogo.
3) Ecco, ora comincia la
nostra storia.
Cleopatra è, come si suol dire a Oxford,
una bella gnocca. E' giovane, minuta e affascinante.
Sa che il fratello ha già provato a
spezzarle le corna e lo farebbe volentieri di nuovo, perchè Tolomeo è appunto
più viscido della lumaca detta sopra, e quindi la nostra amica ha bisogno di un
alleato potente.
Deve fare un'entrata strafighissima a
palazzo che gli permetta di impressionare Cesare ma anche di evitare che il
fratello la sgami mentre è nella reggia.
E dunque? E mo? E che famo? Vabbè, che
domande: quello che ogni donna farebbe, avvolgersi in un un tappeto e farsi
recapitare nella stanza del romano de Roma!
Immaginatevi la Cleo che esce come una
colomba dal cilindro, vestita di lino bianco, ingioiellata, coi capelli corvini
lucidi...come faceva Cesare a non prestarle attenzione? Sicuramente gli si
saranno drizzate le...antenne.
E niente, per farla breve i due si innamorano,
sconfissero Tolomeo, fecero un pupo (Cesarione) e un viaggio a Roma. Ah sì, e
Cleo sposò l'altro suo fratello Tolomeo XIV, ma tanto lui nessuno se lo fila
mai.
I piccioncini stettero nell'Urbe per due
anni, e Cleopatra fu ovviamente chiacchierata e guardata con sospetto, un po'
come un'anziana guarda male ogni ipotetico scippatore sul bus o come Bossi
guarda gli stranieri.
Passò un giorno, ne passò un altro, poi a
marzo del 44...zac, Cesare venne pugnalato alle spalle.
Letteralmente, eh.
La nostra eroina tornò in Egitto ma non
si perse d'animo: sapete come si suol dire, “morto l'uomo più potente del
mondo, te ne sposi un altro”, e stavolta fu il turno di Antonio.
Antonio, Marco Antonio, con licenza di
uccidere.
Di nuovo, un colpo di fulmine: doveva
essere un incontro politico, finì in...ehm, censuriamo di nuovo. La regina
arrivò a Tarso su una barcazza profumosa di fiori, piena di belle tipe e cibo
da paura.
“Mazza oh – dissero tutti quelli che
videro il vascello – 'sta regina d'Egitto ci sta dentro”.
“Mazza oh – disse Antonio quando la vide
– 'sta qua due bottarelle...”.
“Mazza oh – disse Cleopatra – 'sto
Antonio stai a vedere come me lo spenno”.
Complice del buon vino e tanta di quella
carne che la metà sarebbe bastata per sfamare il Biafra, i due si chiusero
sottocoperta e buonanotte al secchio.
Il giorno dopo la bella Cleo tornava ad
Alessandria d'Egitto con Antonio sotto un braccio e tre test di gravidanza
positivi sotto l'altro.
Altro che “16 and pregnant”.
Però...però, però però.
C'è un però.
Antonio in realtà avrebbe dovuto farsela
con Ottavia, sorella di Ottaviano (viva l'originalità onomastica). Ottaviano
era potente mica da ridere. Ottaviano si era incazzato perchè “va' 'sta
egiziana qua, manco porta I pantaloni e detta legge, non ci sono più le
stagioni di una volta e pure il kebab non lo trovi più a 3.00 euri a
Torpignattara”.
Ottaviano dunque si alzò un giorno e
disse: “Ambrogio, ho voglia di qualcosa di buono. Portami un Ferrero Rocher e
l'Egitto”.
Pam, detto fatto: il fedele Ambrogio
comprò direttamente la Ferrero e un bel po' di navi, che nel 31 fecero un mazzo
tanto alla flotta di Antonio ad Azio ('sti azzi...).
La coppia si barricò ad Alessandria: lui
si suicidò, Cesarione fu ucciso, gli altri figli portati a Roma.
Cleopatra si rinchiuse nel mausoleo dei
Tolomei e si fece mordere da un aspide facendo vedere a tutti che era una
donna, sì, ma c'aveva le palle quadre.
La Cleopatra era una cazzuta, e questo è
mio Ritratto.
Clara.
Vi ricordo che potete trovare la rubrica anche sui blog
Per informazioni o consigli e suggerimenti, potete contattare me all'indirizzo imaginary82@hotmail.it o Monica all'indirizzo Moki418@hotmail.it
Questo mese salutiamo il nostro Mik, che ha fatto parte di questo progetto per lungo tempo. A causa di impegni universitari, Michele non posterà più la rubrica insieme a noi, ma continuerà a seguirci e, speriamo, ogni tanto a scrivere un pezzo per noi!
Grazie a tutti per l'attenzione.
Monica, Miki, Franci, Fede e Clara