Buongiorno a tutti!
Come avete passato questo lungo fine settimana? Vi siete
riposati? Io ho dormito tanto, così tanto che questa notte non sono riuscita a
chiudere occhio perché ero troppo riposata.. o forse per colpa del vento che
faceva muovere le tapparelle.. non so.
Comunque non divaghiamo. Oggi volevo lasciarvi una nuova citazione, ma per
farvela capire a pieno, devo farvi immergere completamente (o almeno in parte
nella storia). E’ tratta dal libro che sto leggendo “Grazie dei ricordi” di
Cecelia Ahern.
Immaginate un uomo di settantacinque anni, vedovo e che non ha mai lasciato la
terra natia. Non ha mai viaggiato, non ha mai preso un aereo o un treno.. al
massimo qualche giretto per la contea irlandese in cui abita. Quello che vado a
riportarvi è la sua reazione durante il suo primo viaggio, non chiedetemi come
ho fatto, ma mentre leggevo sentivo le lacrime premere per uscire.. è stata una
vera impresa non scoppiare a piangere in autobus!
“Appena ci stacchiamo
da terra, le ruote si ritraggono dentro l’apparecchio con un gemito, quindi ci
solleviamo in aria. Tutto ad un tratto papà si fa silenzioso. E’ girato di
fianco sul sedile, la testa davanti al finestrino, mentre ci avviciniamo alla
zona in cui iniziano le nuvole, ancora semplici striature. L’aereo sobbalza
attraversandole. Papà comincia a fremere rendendosi conto che siamo circondati
di bianco da ogni lato e volta da testa di qua e di là nel tentativo di
guardare in tutti i finestrini, poi all’improvviso siamo nell’azzurro e nella
pace sopra il soffice mondo delle nuvole. Papà si fa il segno della croce.
Schiaccia il naso contro il finestrino, il viso illuminato dal vicino sole; io
gli scatto una fotografia mentale per il mio album dei ricordi.
Il segnale delle
cinture di sicurezza si spegne con un din e il personale di bordo annuncia che
è ora possibile utilizzare i dispositivi elettronici e le toilette e che a
breve ci saranno serviti cibo e bevande. Papà abbassa il tavolino, infila una
mano in tasca e tira fuori la fotografia della mamma. La appoggia sul ripiano,
rivolta verso il finestrino. Poi reclina il sedile e insieme guardano il mare
infinito di nuvole bianche sotto di noi”
Siete ancora lì? Qualcuno si è commosso come me? Io ho trovato
questo paragrafo di una bellezza assurda, nella sua semplicità. La spiegazione
di un amore che va oltre la morte e resta con te per tutta la vita…
Monica
Cecelia Ahern è riuscita ad emozionarmi, come pochi fin ora, con il suo "P.S I love you" questo non l'ho ancora letto, ma i suoi voglio leggerli tutti >.<
RispondiEliminaIo sono a quota 3 "P.s I love You", "Un posto chiamato qui" e "Grazie dei ricordi" e mi sono piaciuti tutti!!
EliminaLa fotografia in tasca... per guardare insieme il mare.... :giàpiango:
RispondiEliminaLa Ahern per me è sempre fortemente lacrimevole, ma ne vale la pena! Non so quanto ho pianto prima di riuscire a proseguire la lettura di Ps I love you.
Questa citazione colpisce al cuore, bella!
Michy, non so come ho fatto a non mettermi a piangere.. ma ero in autobus.. che disastro XD
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