Buongiorno!
Eccomi pronta a lasciarvi un nuova recensione, oggi tocca a "Città di carta" di Green, un autore che amo ogni giorno di più.
Non è stato facile mettere insieme questa recensione, perché
nutro una venerazione e un grande rispetto per questo autore, e ho un po’ paura
di non riuscire a rendere pienamente quello che il libro mi ha trasmesso.
Proprio per questo motivo mi sono presa un po’ di giorni
dalla fine della lettura per buttare giù queste righe.
Se con “Colpa delle stelle” Green mi aveva completamente
conquistata, nonostante quei ragazzini che sembravano più grandi della loro
età, in “Città di carta” ho trovato la giusta dose di adolescenza e follia che
pervade quel periodo in cui non si è ancora adulti, ma neanche più bambini.
Più di ogni altra cosa questo libro è una grande metafora
sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Green ripercorre con entusiasmo,
e un filo di malinconia, quei momenti in cui qualsiasi adolescente capisce che
il periodo dei giochi è terminato e si inizia a fare sul serio.
Ho adorato il personaggio di Q (Quentin) e anche quelli dei
sui migliori amici (Ben in particolare), mentre con la protagonista femminile,
Margo, ho avuto un po’ più di problemi.
Alla fine però ho pensato che nonostante il suo egoismo, anche Margo mi ha
lasciato qualcosa, quel senso di libertà che non guarda in faccia a nessuno,
quella voglia di esplorare e conoscere, e la forza di portare avanti le proprie
decisioni.
Del libro ho amato la parte iniziale, e il viaggio in auto
che Quentin e i suoi amici intraprendono alla fine, mentre ho trovato la parte
centrale un po’ troppo lenta per i miei gusti.
Nonostante questi piccoli problemi, sicuramente mi sento di
consigliarvi questo libro. Forse non è uno dei migliori scritti da Green, ma mi
ha fatto ripensare a quel momento in cui avevo il mondo in mano, a come era
bello sognare, e credere nei propri sogni.
Le “Città di carta” a volte sono solo segnate sulle cartine,
una mera illusione, ma cercando a fondo è possibile trovarle, così come è
possibile trovare la propria strada.
Qualcuno di voi lo ha già letto? Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto
Monica
A presto
Monica
Hai già letto il mio parere in merito e ne approfitto per commentare qui! Concordo comunque con quanto hai scritto nella recensione, è vero, nonostante non mi sia andata particolarmente a genio Margo e il suo egoismo, apprezzo questo suo grande coraggio di prendere e andare per la sua strada senza guardare in faccia a nessuno, anche perché diciamocelo, con dei genitori come i suoi è normale voler attirare l'attenzione su di sé. Concordo sulla parte centrale, molto molto lenta e meno male che ci sono state quelle "battute" o momenti di amicizia tra i protagonisti. Il viaggio è ciò che ho apprezzato di più e racchiude nel profondo quello che avrei voluto avere anch'io il coraggio di fare. La rincorsa verso i propri sogni con le giuste persone.
RispondiEliminaGreen rimane Green e io lo amo come autore!
Quel viaggio finale mi ha fatto impazzire! La scena di Ben con le lattine di birra mi ha fatto troppo ridere.. e anche quella con la mucca O.O che paura!!! Personaggi maschili fantastici, Green è un grande!
EliminaCiao Monica e piacere di conoscerti, approdo qui dalla pagina fb di Rizzoli curiosa di leggere la tua recensione. Ho il primo libro di quest scrittore nella lista dei desideri da un po ma non conoscevo questo nuovo romanzo. Mi hai incuriosito e anche questo volume entrerà nella lista dei libri dell'estate. Ciao a presto!
RispondiEliminaEly
Ciao Ely benvenuta!
EliminaGuarda te lo consiglio assolutamente, Green scrive davvero con il cuore in mano!
Uno dei libri più belli che abbia mai letto. Mi sono innamorata del personaggio di Margo -una ragazza estremamente fragile ma allo stesso tempo così forte da nasconderlo talmente bene al punto che gli altri la credono una leggenda- sin dalle prime righe. Terminata l'ultima pagina ho dovuto riflettere a lungo per comprendere pienamente. Ed è forse questo che rende Green un grande: riesce a farti riflettere, che tu lo voglia o no. Affronta questioni importanti senza mai essere pesante.
RispondiEliminaAd ogni modo, le mie riflessioni mi hanno fatto giungere alla conclusione che Margo non è affatto egoista (soffre molto per la sorellina, ad esempio) ma non può passare la vita a essere una "ragazza di carta" per piacere a tutti: deve ritrovare ed essere se stessa, e per farlo nessun luogo è adatto perché, in fondo, tutte le città sono di carta e restare definitivamente in una di esse significa diventare un tutt'uno con la "carta", con la superficialità. La personalità di Quentin, invece, il suo bisogno di normalità, il suo amore per la routine quotidiana, lo spingono a restare. Lui, al contrario, non può rinunciare a una vita ordinaria, non riuscirebbe mai a vivere alla giornata come Margo. Io li vedo un po' come lo yin e lo yang, la sognatrice -che sente più il bisogno di nutrire l'anima che quello di soddisfare i bisogni materiali tipici dell'ordinarietà- e il ragazzo coi piedi per terra: due opposti che si attraggono ma che sono troppo lontani per unirsi.
Scusa se mi sono dilungata, ma questo libro mi ha così ispirata che ne parlerei per ore.
Faccio passare qualche settimana (intanto leggo qualche libro di altri autori) e poi mi catapulto in libreria per comprare "Cercando Alaska" :)
Grazie mille per essere passata Veronica e per aver lasciato il tuo pensiero :)
EliminaAnche io ho amato molto questo libro, e condivido le tue parole. Green è un grande, ogni volta mi lascia con una storia meravigliosa. Aspetto le tue impressioni anche su "Cercando Alaska" , se ti è piaciuta Margo amerai anche lei :)