Buon Lunedì a tutti!
Come è andato il vostro fine settimana? Io dovevo fare
mille.mila cose, alla fine sono stata quasi sempre in pigiama, a vegetare,
passando dal divano al letto e dal letto al divano. Purtroppo quando il tempo è
brutto tendo ad impigrirmi, e tutti i miei buoni propositi sono andati a farsi
friggere ;)
Cosa mi raccontate? Cosa state leggendo di bello? Io sono
alle prese con “Requiem” di Lauren Oliver, ultimo libro della trilogia di “Delirium”.
Sapevo che non sarebbe stata una lettura facile, ed effettivamente non sta
deludendo le mie aspettative.. da un momento all’altro mi aspetto che la Oliver
mi assesti un bel pugno nello stomaco, di quelli che mandano KO.
Oggi sono qui per parlarvi di un altro libro “Difficile”,
uno di quei libri che realmente ti stendono, perché parlano di una realtà che
ci circonda e che a volte evitiamo di guardare negli occhi.
Sto parlando di “Diciannove minuti” di Jodi Picoult.
Sterling è una tranquilla cittadina americana dello New Hampshire dove non succede mai nulla, fino a quando accade l'impensabile: un ragazzo di diciassette anni, Peter Houghton compie una strage di studenti nel suo stesso college. Cerca a sua volta di uccidersi, ma la polizia riesce a impedirlo e lo arresta. Con il "mostro" sbattuto in prima pagina e in prigione, l'intera comunità - genitori, amici, fidanzati, conoscenti delle vittime - straziata, fatica a fare i conti con una realtà peggiore di un incubo: vite stroncate, altre storpiate, deturpate per sempre. Per ironia della sorte, tra i feriti c'è anche Josie Cormier, testimone chiave e figlia del giudice incaricata del processo. E fra i professori del college c'è il padre di Peter, che da bambino era amico di Josie. Ciascuna delle persone coinvolte tenta, fra passato e presente, di comprendere i perché di ciò che è successo in un dialogo a più voci intenso e spiazzante perché fa capire come la realtà sia perversamente complessa, come gli studenti modello possano rivelarsi degli aguzzini e come i mostri possano rivelarsi vittime disperate, in un'età in cui quanto è maggiore il bisogno di amore e comprensione, tanto minore è la capacità di mostrarlo, un'età in cui le insicurezze spingono al conformismo che non tollera diversità.
Leggendo la trama ero consapevole di addentrarmi su un sentiero
tortuoso e ricco di insidie, sapevo che sarei stata veramente male durante la
lettura di questo libro, ma essendo masochista di natura non mi sono tirata
indietro.
Per motivi ovviamente diversi, era dai tempi di “Proibito”
della Suzuma, che un libro non mi faceva tanto male.
La Picoult, con quel suo stile ricco di particolari, è
riuscita a stendermi completamente, ha preso il mio cuore, lo ha gettato con
forza dentro un tritacarne e ha premuto il pulsante di avvio.
Non è facile parlare di questo libro, perché, anche se in
forma decisamente minore, c’è stato un periodo della mia vita in cui Peter ero
io. Sono sempre stata una ragazzina timida, alle scuole Medie, quando la
pubertà esplode e le tue compagne di classe iniziano a truccarsi, a me sono
stati messi gli occhiali, perché improvvisamente ero diventata miope. Non mi
vergogno a dire che quello è stato il periodo più difficile di tutta la mia adolescenza.
Sentivo le risatine dietro alle spalle, non facevo parte del
“Gruppo popolare”, avevo una sola amica e i libri erano il mio rifugio sicuro.
La difficoltà nel leggere questo libro è stata proprio dover
guardare dentro me stessa e capire quanto Peter fosse vittima e quanto
carnefice.
Non lo giustifico, quello che Peter compie nel primo
capitolo di questo libro è senza via d’uscita, non si può pensare di fare
giustizia uccidendo chi ti ha usato prepotenza. Tuttavia il continuo
perpetrarsi di queste violenze, verbali e fisiche, dal primo giorno di asilo al
momento della carneficina fa riflettere.
Penso, e questa è solo la mia opinione, che l’autrice abbia
voluto dire che in queste realtà così crude,
ci sono solo vittime. Peter, vittima del bullismo e di un paio di
genitori assenti, i ragazzi uccisi vittime di Peter, coloro che facevano parte
del gruppo “Popolare” vittime di se stessi, e di una società che li vuole,
belli, sempre al centro dell’attenzione, perfetti in ogni situazione.
Questo è un libro corale, i vari punti di vista tendono a
dare una visione più ampia di una società malata nel midollo, a partire da
genitori assenti che non si rendono conto di quanto i loro figli possano essere
fragili o crudeli.
Non so se consigliarvi questo libro, è sicuramente uno di
quelli che prima o poi nella vita vanno letti, più che altro per cercare di
capire e meditare su quanto possa esserci di sbagliato nel nostro mondo, e nel
nostro modo di comportarci.
La Picoult, in alcuni passaggi è fin troppo tecnica, e
questo rende la lettura un po’ pesante, tuttavia la voglia di arrivare alla
fine è prepotente.. un finale con un colpo di scena che si poteva immaginare,
ma che non era così scontato.. un finale che lascia un minimo di speranza per
la costruzione di qualcosa di migliore per il futuro.
Se vi è capitato di leggerlo fatemi sapere cosa ne pensate, mi
piacerebbe avere la vostra opinione.
A presto
Monica
Come sai ho letto e recensito questo libro circa un anno fa... L'ho adorato ma ricordo di aver pianto tanto! Io non ho vissuto sulla mia pelle atti di bullismo ma anche io sono arrivata alle tue stesse conclusioni... Ognuno di loro è una vittima ed è questo ad intristirmi di più perché sarebbe più facile pensare a Peter come ad un mostro!!!
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con te, se Peter fosse stato uno psicopatico che senza un motivo decideva di fare una strage, allora sarebbe stato tutto "più semplice".. così invece è uno strazio continuo e certe cose ti rimangono tatuate sulla pelle a vita :(
EliminaAllora io c'ho un'amica che è fanatica della Picoult U.U ha letto quasi tutti i libri che ha scritto ed è già da un po' che mi stressa perché ne legga qualcuno anche io!
RispondiEliminaCome hai detto tu, questo è senz'altro un libro che fa male... e lo si capisce effettivamente già solo dalla trama... però visto che sono masochista pure io, voglio leggerlo! Poi parlando del colpo di scena finale mi hai messo ancora più curiosità XD
Va beh, a leggere mi è anche venuta voglia di farti le coccole *abbraccio virtuale*
In conclusione... ora vedo se ce l'hanno in biblioteca U.U fine del mio commento logorroico XD
*_* amo le coccole *_* Se posso darti un consiglio, più che iniziare da questo libro in particolare, potresti iniziare con "La custode di mia sorella" .. non che sia meno difficile da leggere, anche quello è un bel pugno nello stomaco, ma è meno tecnico.. qui purtroppo ci sono alcune parti legate al processo che rallentano un po' il tutto.. rimane comunque un ottimo libro, scritto benissimo.
EliminaMmm ok U.U mi fido! E Le case degli altri lo hai letto? U.U È il preferito della mia amica...
EliminaNo quello mi manca, credo che per un po' di questa autrice non leggerò altro, devo riprendermi ^^
Eliminace l'ho in WLk, vorrei leggerlo presto!!!!
RispondiEliminaPoi fammi sapere che ne pensi ^^
Eliminabella recensione monica ma penso che non sia il libro per me...
RispondiEliminaBella recensione Monica, e il libro mi interessa :)
RispondiEliminaGrazie ragazzi! @Micht in effetti non lo vedo molto come tuo genere e @Ale, io ti ho avvisata XDXD
RispondiEliminaHo "La custode di mia sorella" della Picoult, ma non ho ancora avuto il tempo di leggerlo.
RispondiEliminaAnche questo mi sembra interessante, mi ha ricordato un po' "E ora parliamo di Kevin", con la differenza che Kevin, al contrario di Peter, non poteva essere considerato affatto una vittima.