Buongiorno e buon primo Lunedì del mese.
Come sempre ci ritroviamo qui per la rubrica "Ritratto di Signora". Questo mese a parlare è la nostra Miki, con un ritratto toccante e intenso. Lascio subito a lei la parola.
Ho conosciuto Lizzie Velasquez per caso, su Instagram . Ovviamente sono rimasta colpita dal suo aspetto, ma, scorrendo
le foto, è il suo sorriso ciò che mi ha conquistata e mi ha spinta a conoscere
la sua storia.
Se vi dicessero che esiste una condizione che impedisce l'accumulo di grasso
corporeo e che vi consente di mangiare tutto ciò che volete, quali sarebbero le
vostre reazioni? Sarebbe bello, eh?!
Adesso, provate a digitare su Google "la bambina più brutta del mondo".
Fatto?
Credo che la vostra reazione sia stata un po' diversa...
Avrei voluto parlare di lei già nel mio ultimo ritratto , ma poi un episodio
contingente ha indirizzato la mia attenzione da tutt'altra parte. Non potete
immaginare con quanta impazienza io abbia atteso di nuovo il mio turno.
Adesso ci siamo, finalmente. Mettetevi comodi, sto per raccontarvi la storia di
Lizzie.
Elizabeth Ann nasce ad Austin, in Texas, primogenita di Rita e Guadalupe. E'
prematura di quattro settimane ed il suo peso alla nascita è di 1,219 chili. I
medici dicono che le probabilità che sopravviva sono basse e comunque la sua
prospettiva di vita non è delle migliori: non sarà in grado di parlare,
camminare, non sarà in grado di essere autonoma. Nessuna speranza, insomma, per
i neogenitori, che stringono quel fagottino fragile tra le braccia e decidono
di portare a casa la loro bambina, di amarla e di cercare di renderle la vita,
anche fosse stata brevissima, un viaggio meraviglioso.
Non solo Lizzie è sopravvissuta, ha ventisei anni adesso, ma è lei che ci
racconta la sua storia.
In tutto il mondo, solo altre due persone hanno la sindrome di Lizzie. Non ci
sono studi, non ci sono certezze, non ci sono terapie. La famiglia, i medici,
lei stessa affrontano i problemi un passo alla volta, man mano che essi si
presentano. Problemi che possono andare da una semplice frattura, al
restringimento dell'esofago, come l'ultima volta che è stata ricoverata.
Costretta ad introdurre oltre 5000 calorie al giorno, molte delle quali derivano
da snack ipercalorici, Lizzie ha una percentuale di grasso corporeo pari a
zero. Ha cominciato a perdere la vista a quattro anni e adesso è completamente
cieca da un occhio. Ha un sistema immunitario molto debole e la sua condizione
presenta caratteristiche simili alla progeria. I suoi organi, i suoi denti, le
suo ossa sono perfettamente sani. Ed ha capelli splendidi.
Ascoltando la sua storia, la storia che racconta con la forza delle parole e
delle immagini, sono rimasta colpita dal suo grande ottimismo. E' stato triste
riconoscere in lei la bambina presa in giro su vari social. Io stessa, in
passato, avevo stupidamente pensato ad una sorta di manipolazione fotografica,
senza fermarmi a pensare che dietro quel viso c'è la storia, difficile, di una
persona. Di una Donna.
"Non ho mai pensato di essere diversa. Non prima di iniziare la
scuola"
Io non ho pianto il primo giorno di scuola. Mai. Ero così euforica per il
grembiulino nuovo, per lo zainetto rosa, impaziente di mostrare che sapessi già
leggere e scrivere e perfino l'alfabeto in francese. Ricordo che quell'euforia
è durata per tanto tempo. La mattina mi alzavo e non vedevo l'ora di andarci.
Chissà se Lizzie ha provato il mio stesso entusiasmo, con quello zainetto fin
troppo grande sulle spalle, che la faceva assomigliare ad una tartaruga. Di una
cosa sono sicura: se lo ha provato, è durato poco.
Isolata, maltrattata, offesa, evitata... La scuola si è trasformata presto in
un incubo e l'unico pensiero di Lizzie era: "cosa gli ho fatto? Perché
sono così cattivi con me?"
"Non lasciare che sia la tua malattia a definire chi sei" è la
risposta dei suoi genitori. Il miglior team di supporto che Lizzie potesse
desiderare.
Ed è tornata in quella classe, ha affrontato l'ignoranza, la cattiveria, la
maleducazione.
Il bullismo.
E' stato facile? Non credo proprio. Ogno giorno una lotta, ogni giorno questa
piccola ragazzina cercava di non soccombere, con tenacia, sperando di
risvegliarsi ed essere diversa, essere come tutti gli altri. Normale.
Fino a quel giorno, durante il Liceo, in cui Lizzie si imbatte in un video, su
YouTube, il cui titolo è "The world's ugliest woman". Sì, il video
parlava di lei ed i commenti più gentili erano quelli che la definivamo
mostruosa, che si chiedevano perché i suoi genitori non avessero abortito. E
poi c'era chi suggeriva di puntarsi una pistola alla tempia ed uccidersi.
Un pensiero che è passato nella sua mente, ma che, per fortuna, non ha
ascoltato. Lizzie ha deciso di combattere diversamente. Ha deciso di raccontare
la sua storia ed è diventata una motivational speaker.
"Ognuno di noi ha il comando della propria vita e solo noi possiamo
decidere quale strada intraprendere. Decidere cosa ci definisca. Non è facile,
può essere snervante, irritante, deprimente, ma solo così troveremo un
equilibrio. Solo così potremo dire di vivere davvero."
Quello che era sempre stato un incubo, presto diventa
una benedizione. Grazie alla sua malattia, Lizzie ha intrapreso una veria e
propria missione, per essere d'aiuto alle persone, motivarle, ed una vera e
propria lotta contro il bullismo ed i pregiudizi della gente.
Guardando i suoi vlog su YouTube non si può non rimanere affascinati da
tanto entusiasmo, intraprendenza ed intelligenza.
Leggendo i suoi libri, si può
comprendere quale tormento abbia subito e come è stata in grado di trarne un
insegnamento e la forza per andare avanti. Forza che ha incanalato in quello
che sembrava un progetto ambizioso e che proprio in questi giorni ha dato un
risultato importantissimo.
"A Brave Heart" ( http://abraveheartfilm.com/) è un film
documentario che racconta la storia di lizzie Velasquez, da vittima ad
attivista contro il bullismo.
E' difficile concludere un articolo del genere, ci
sono così tante cose da dire e così tanti modi per dirle. Eppure le parole non
credo siano necessarie.
La storia di Lizzie mi ha toccata nel profondo, mi ha riportato alla mente
alcuni brutti episodi della mia fanciullezza e della mia adolescenza,
incomparabili, certo, ma comunque tristi e dolorosi. Mi ha portata a riflettere
su quanto sia facile abbandonarsi a certi giudizi, soccombere alla cattiveria,
rimanere lì, per terra, perché la paura di rialzarsi e cadere di nuovo è troppo
grande. Ma quando lo si fa, quando ci si rialza, quando ci si rimette in piedi,
su gambe traballanti, contando solo sulle proprie forze, quella è la più grande
vittoria.
BULLYNG STORIES ARE FAMOUS FOR HAVING VICTIMS, NOT
HEROES.
Miki.
Ringrazio Miki per averci parlato di Lizzie, ne avevamo già parlato in privato e so che non è stato facile per lei scrivere questo ritratto. Il risultato è un concentrato di forza, determinazione e voglia di vivere. A volte ci si lamenta per così poco, e poi ci troviamo davanti persone come Lizzie e ci sentiamo veramente piccoli. Spero che la sua storia aiuti tanti di noi a capire che la vita va vissuta in ogni suo attimo, anche quando sembra che ti abbia donato le carte "sbagliate".
Come sempre potete trovare questo articoli sui seguenti blog:
Io la stimo tantissimo come donna e come persona... vorrei avere almeno 1/4 del suo coraggio e forza
RispondiEliminaaccidenti...non la conoscevo...
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