Buongiorno a tutti e buona settimana!
Come sempre il primo lunedì del mese è dedicato a Ritratto Di Signora, la nostra rubrica mirata a farvi conoscere donne importanti, che hanno lasciato un segno nella nostra vita!
Questa mese tocca a Francesca del blog Franci Lettrice Sognatrice.
Come sempre potrete trovare lo stesso articolo sui seguenti blog: Miki - Miki in the pinkland, Clara The Pauper Fashionist, Fede - Stasera cucino io, Michele - Mr. Ink diario di una dipendenza
Buongiorno a tutti,
questo mese vi vorrei raccontare la
storia di una donna coraggiosa,una donna che fin da piccola si è ribellata all’
orrore e che, una volta cresciuta, ha messo a repentaglio la sua vita pur di
salvare quella di tante persone innocenti, vittime della del nazismo... Una
storia poco conosciuta e che anch'io purtroppo non conoscevo fino ad un po’ di
tempo fa, ma che mi sembra giusto far conoscere.
Sto parlando della storia di Irena
Sendler.
Irena Sendlerowa nasce a Varsavia il
15 Febbraio 1910 da una famiglia polacca socialista.
Il padre, medico, morì di tifo,
contratto mentre assisteva i malati che altri medici avevano rifiutato di
curare in quanto molti di essi erano ebrei.
Nel momento in cui il padre spirò,
la comunità ebraica, come segno di ringraziamento per ciò che aveva fatto per
loro, si offrì di pagare gli studi a Irena.
Irena, fin da ragazza, si sentì
profondamente vicina al mondo ebraico, tanto che all' università si oppose alla
ghettizzazione degli studenti ebrei, facendosi sospendere così per tre anni.
Finiti gli studi, cominciò a lavorare
come assistente sociale e, durante la seconda guerra mondiale, quando i nazisti
occuparono la Polonia, cominciò a lavorare per salvare gli ebrei, riuscendo,
insieme ad altri collaboratori, a procurarsi tremila passaporti falsi, con lo
scopo di aiutare molte famiglie a scappare.
Nel 1942 entrò nella resistenza
polacca e, attraverso il movimento clandestino non comunista di cui faceva
parte, la Zegota, fu incaricata di occuparsi delle operazioni di salvataggio
dei bambini ebrei del ghetto.
Per non richiamare l'attenzione su
di sé, quando andava a visitare gli ebrei per vedere se avessero contratto il
tifo, ella metteva una stella di Davide, anche come segno di solidarietà nei
loro confronti.
Irena, in battaglia Jolanta, insieme
ad altri membri, riuscì a far fuggire molti bambini dal ghetto, portandoli
fuori tramite ambulanze o altri mezzi, e, per non far sentire ai nazisti i loro
pianti ed i loro lamenti, aveva con sé un cane addestrato ad abbaiare nel caso
in cui i soldati si fossero avvicinati.
Irena dava ai bambini falsi
documenti con nomi cristiani e li affidava a famiglie cristiane, a conventi ed
a preti cattolici che li nascondevano nelle case canoniche. Ella annotava i
veri nomi dei bambini accanto ai falsi, li nascondeva in barattoli di
marmellata sotto ad un albero del suo giardino, in modo che se i loro genitori
si fossero salvati avrebbe potuto ricongiungerli a loro.
Nell'ottobre 1943 venne arrestata
dalla Gestapo e torturata: le furono spezzate gambe e braccia, facendola
rimanere inferma a vita. Nonostante la tortura subita, Irena non rivelò niente.
Condannata a morte, fu liberata
dalla resistenza polacca, che diede dei soldi ai soldati tedeschi, facendola
così risultare comunque tra i giustiziati, consentendole, nei mesi successivi,
di continuare ad organizzare salvataggi dei bimbi ebrei nell'anonimato.
Finita la guerra, consegnò i nomi
dei bambini ad un comitato ebraico che ne riuscì a rintracciare duemila, anche
se la maggior parte delle famiglie erano state sterminate.
Nel 1965 venne riconosciuta dallo
Yad Vashem di Gerusalemme come una dei “Giusti tra le nazioni”, titolo
utilizzato per indicare i non ebrei che avevano agito in modo eroico a rischio
della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dal genocidio
nazista conosciuto come Shoah.
Il 7 novembre 2001 le venne
assegnata la Croce di Comandante con Stella dell'Ordine della Polonia
Restituta.
Nel 2003, papa Giovanni Paolo II le
inviò una lettera personale lodandola per i suoi sforzi durante la guerra.
Il 10 ottobre 2003 Irena ricevette
la più alta decorazione civile della Polonia, l'Ordine dell'Aquila Bianca, e il
premio Jan Karski "Per il coraggio e il cuore", assegnatole dal
Centro Americano di Cultura Polacca a Washington.
Nel 2007 il Presidente della
Repubblica di Polonia, la proclamò eroe nazionale, ma purtroppo non poté presentarsi all'atto di
omaggio perché, ormai 97enne, non era in grado di lasciare la casa di riposo in
cui risiedeva. Irena mandò comunque una sua dichiarazione per mezzo di Elżbieta
Ficowska, che aveva salvata da bambina.
Il nome di Irena Sendler venne anche
raccomandato dal governo polacco per il premio Nobel per la pace, con
l'appoggio ufficiale dello Stato di Israele espresso dal suo primo ministro
Ehud Olmert, premio che quell’anno venne assegnato ad Al Gore.
Questi, alcuni dei
pensieri di Irena, espressi nella lettera al Parlamento polacco:
«Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la
giustificazione della mia esistenza su questa terra e non un titolo di gloria».
Ed ancora, durante una conversazione con Marek Halter,
scrittore francese di origine polacca:
«Avrei potuto fare di
più. Questo rimpianto non mi lascia mai».
Irena Sendler morì a Varsavia il 12 Maggio del 2008.
La vita di Irena Sendler è stata riscoperta nel 1999 grazie ad
alcuni studenti di un college del Kansas, che hanno lanciato un progetto per
far conoscere la sua vita e il suo operato a livello internazionale.
Sono venuta a conoscenza
dell'esistenza di questa donna grandiosa nella Giornata della Memoria, grazie
ad un link su Facebook (può essere molto istruttivo a volte), dove si ricordava
la sua figura: mi ha subito attratto il viso di questa donna, da cui traspariva
tutta la sua bontà e la sua dolcezza, e subito dopo mi ha colpito la sua storia
e mi è sembrato un peccato che ogni anno i mass media non parlino affatto di
Irena Sendler e di tutte le vite innocenti che ha salvato.
La sua storia mi ha commosso sia per
le imprese pericolose, sia perché mi ha fatto pensare a tutte le persone che
purtroppo non sono riuscite a salvarsi; mi ha fatto provare di nuovo molta
rabbia per quest'orrore e mi ha fatto anche riflettere sulla società di oggi, dove
ormai nessuno aiuta nessuno, neanche quando potrebbe e questo è davvero
triste...
Dovrebbero esistere più persone come
Irena Sendler.
Al prossimo mese
Franci
Grazie mille a tutti per l'attenzione.
Monica, Miki, Franci, Clara, Fede e Mik
Che bell'articolo. mi piace! :)
RispondiEliminafantastica storia, una grande donna!!
RispondiEliminaBisogna ricordare queste persone giuste, è un dovere morale!! bell'articolo!
Un altro bellissimo ritratto. Mi sono commossa!
RispondiEliminaComplimenti Franci!